GAZZETTA DELLO SPORT – Convocato in extremis, il nuovo modulo mette lo juventino in rampa di lancio…
Ci sono storie che rombano e altre che preferiscono il silenzio. Ad Emanuele Giaccherini, una volta vinto lo scudetto, i dirigenti della Juve gli hanno chiesto: «Cosa preferisci, un’auto di lusso o un premio in denaro?». L’attaccante di Talla, in provincia di Arezzo, ha pensato a papà Roberto e mamma Patrizia, alle loro ansie per una malinconica cassa integrazione, e ha risposto deciso: «Grazie, scelgo il denaro». […] In fondo, a volte succede davvero che la classe operaia vada in paradiso. «Già essere qui è meraviglioso — ha detto sereno Emanuele —. Sono venuto con grande entusiasmo, con grande voglia di fare. Qualsiasi scelta farà l’allenatore mi andrà bene. Darò il massimo per questa Nazionale, sono pronto a fare tutto proprio come ho fatto con la Juve». A sciogliere gli ultimi dubbi di Prandelli sul giocatore è stato Antonio Conte. […]
Dietro la scalata al cielo di Emanuele però, oltre al talento da Messi di provincia, ci sono i valori di una famiglia serena, di robusta fede interista. «Lui non deve cambiare» – ha raccontato tempo fa il fratello Andrea, operaio e calciatore dilettante. E sua moglie Dania, da cui ha avuto la figlia Giulia Maria: siamo entrambi molto religiosi e prima di ogni partita gli dico: “In braccio a Gesù”. È la mia preghiera affinché tutto vada bene e non si faccia male». Ne ha bisogno, perché da ragazzo Emanuele ha sofferto parecchio. Dopo uno scontro di gioco fu addirittura costretto all’asportazione della milza. «Giocava nel Bibbiena — ha raccontato la mamma — e appena sveglio mi chiese: “Potrò continuare a giocare a calcio?”. Io gli dissi di sì, ma in quel momento non ne ero certa…». Complimenti per la previsione, signora Patrizia, l’intervento è perfettamente riuscito.