IL CORRIERE DELLO SPORT. (A. Ramazzotti) Domani il giudice deciderà sulla scarcerazione, il laziale spera di tornare a casa: «Sarà fatta giustizia»…
La voglia di allenarsi in carcere è sparita, ma in compenso Stefano Mauri ha una grande sete di giustizia: «Sono tranquillo e fiducioso – ha detto – perché ho la coscienza a posto. Spero che prima o poi sia fatta giustizia. Io con questa storia non c’entro niente». Il centrocampista della Lazio sperava che il gip decidesse sulla sua scarcerazione entro venerdì e invece sarà costretto a passare il weekend dietro le sbarre. Il “verdetto” è atteso per domani quando Salvini si pronuncerà anche sugli altri calciatori attualmente nella casa circondariale di Cremona. Come riporta l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”, il centrocampista brianzolo sta seguendo molto i telegiornali sportivi e viene tenuto cistantemente aggiornato dai propri legali, non potendo leggere i quotidiani. Il numero sei biancoceleste legge anche le ordinanze a suo carico e siccome non reputa l’amicizia con Zamperini un reato, non conosce Ilievski e non ha combinato partite, non capisce proprio il perché di questa vicenda che lo ha travolto e lo costringe a stare lontano dai genitori e dalla fidanzata, le persone che gli mancano terribilmente. Una mano gliela stanno dando anche i due marocchini che dividono la cella con lui. «Mi hanno aiutato tanto. Quella del carcere è sicuramente un’esperienza di vita» ha aggiunto Mauri. Ne avrebbe fatto volentieri a meno e spera che questa parentesi si chiuda in fretta. Gli accertamenti degli inquirenti intanto vanno avanti, mentre l’avvocato di Aureli, Simone Colangeli, ha spiegato: «Temendo di passare per uno scommettitore, Mauri chiese al suo amico Aureli di giocare sulla NBA e sul tennis presso la sua sala scommesse. Era alla ricerca di riservatezza. Se ci fosse stato qualcosa di illecito, mai Aureli gli avrebbe dato una sim intestata alla fidanzata».
I commenti sono chiusi.