Secondo quanto si legge sulla Gazzetta dello Sport. Un anno fa Marco Paoloni veniva arrestato, era l’1 giugno quando scattava la prima ondata di fermi della procura di Cremona nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. Ora commentatore tv nella trasmissione «Gol di Notte» in onda sulla tv romana T9 e condotta da Michele Plastino. «Da quello che è successo, l’unica cosa positiva è che mi sento maturato». […] È passato un anno da quella mattina. Oggi cosa pensa di quello che è successo? «Mi sono liberato di un peso. Quello delle scommesse. Giocavo tutti i giorni e perdevo sempre. Il 1° giugno 2011 sono uscito dal ricatto con Erodiani e sono entrato in quello della giustizia sportiva. Ero descritto come il Bin Laden del calcio italiano, ma adesso la situazione mi sembra cambiata». In un anno l’inchiesta della Procura di Cremona si è allargata a macchia d’olio, quella sportiva è stata impietosa con lei: radiazione. «Spero che la giustizia ordinaria faccia chiarezza al più presto perché voglio tornare a vivere, mentre quella sportiva mi ha deluso tantissimo. Con il calcio posso aver chiuso per sempre ma non ho chiuso con chi mi ha condannato. Ce l’ho a morte con la giustizia sportiva. Avevano già deciso le pene prima del processo. Al procuratore federale ho chiesto: “Ma come potete condannarmi se la giustizia ordinaria non mi ha ancora condannato?”. Mi hanno risposto: “Potrai sempre chiedere il risarcimento”». Ora i giocatori che stanno collaborando ottengono sconti di pena. Lei non ha mai pensato di percorrere questa strada? «Io potevo, volevo collaborare. Palazzi mi ha detto: “Se tu dici questo, avrai uno sconto della pena”. Ma perché avrei dovuto dire cose che non ho fatto?». Cosa le ha lasciato l’esperienza in carcere? «È un luogo dove spero di non tornare mai più. Ma in quei giorni ho potuto conoscere persone vere, che mi hanno aiutato». In questi giorni c’è un altro portiere al centro dell’attenzione per la sua mania di scommettere: Gigi Buffon. «Quando Buffon parla di “vergogna” per la fuga di notizie ha ragione. I miei familiari e i miei legali hanno saputo della mia scarcerazione attraverso Sky. In un Paese normale questo non è possibile». Prandelli vi ha definito 50 sfigati. «Prandelli ha ragione a dire che chi scommette è uno sfigato. Ma si sbaglia su una cosa: non siamo 50. Siamo molti di più».