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AGNELLI: “Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, ma non si faccia confusione”

LA STAMPA (M. Nerozzi). Il presidente bianconero ha parlato del calcioscommesse e anche di mercato: “Van Persie e Higuain compagni? Non impossibile”…

 

(getty images)

Andrea AGNELLI si è raccontato al quotidiano torinese “La Stampa” parlando dello scudetto, ma anche dello scandalo scommesse. Ecco le sue principali dichiarazioni:

 

Sullo Scudetto

“Ho realizzato solo qualche giorno dopo, quando ho parlato alla squadra: lì ero emozionato. La sera della vittoria non mi sembrava reale, sentivo i clacson della gente: non mi ero ancora reso conto di averla fatta grossa.Non ero a Trieste come per le ultime quattro trasferte. Quella con il Cesena l’avevo seguita con le mail, in un parcheggio di una fabbrica della “Chrysler”, a Detroit: figurarsi quando ho visto scritto 4 minuti di recupero. La svolta della stagione a Napoli, il discorso dell’allenatore, all’intervallo. Ho pensato: “Ce la giochiamo”. Ha fatto capire le potenzialità dei giocatori, ha cambiato la mentalità. Altri 5 minuti e la vinciamo 5-3, non 4-3 (finì 3-3, ndr). La frase ‘Dal Paradiso all’Inferno e ritorno’? Dissi: ‘Se l’anno prossimo, di questo periodo, avremo questi problemi, allora avremo un problema. Ma erano due settimi posti diversi: il primo di fine ciclo, quello in piena fase di ristrutturazione'”.

Sulle stelle sulla maglia

«Per noi gli scudetti sono trenta: come ho detto, sulla maglia ci sarà una sorpresa. Alla Cnn ho parlato di 28 scudetti?
Sul campo, trenta. Poi c’è l’albo d’oro della Federazione. Come c’era la nostra domanda per una parità di giustizia. E il nostro esposto rimasto senza risposta: sarebbe stata un’opportunità politica da parte della Figc per rimettere a posto le cose. L’Inter, che nel 2006 era arrivata terza perché in mezzo a noi c’era il Milan, è andata in giro con lo scudetto degli onesti. Tutt’al più dei prescritti. Noi rispettiamo le istituzioni, abbiamo accettato le sentenze, e chiesto di rivedere un episodio: non l’hanno fatto, quello è stato uno sgarbo”.

Sul calcioscommesse

“Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi in maniera severa, perché si tocca la credibilità, i sogni della gente. Però non bisogna far confusione con quello che può essere un logico ragionamento sportivo, e qui do un sostegno alle parole di Buffon. È chiaro che se serve un punto a me per la Champions e uno a te per salvarti, difficilmente uno gioca con il coltello tra i denti. Fa parte del mondo dello sport e nulla ha a che vedere con l’arrangiare le partite o le combine. Il problema è serio, ed è sacrosanto che la magistratura sportiva e ordinaria utilizzi tutti i mezzi in suo possesso per fare chiarezza. Quello che è fastidioso è come queste vicende vengono enfatizzate e spettacolarizzate”.

Sul coinvolgimento di Buffon e Bonucci

“Gigi Buffon è un atleta assolutamente leale e non ha bisogno di arrivare a situazioni di scommesse per fare quadrare nulla. Quello che sicuramente è singolare, è che questa informativa esca oggi. Il fatto poi che Buffon non sia neppure indagato, stupisce doppiamente. Così come è singolare, e grave, che oggi venga pubblicata l’iscrizione nel registro degli indagati da parte di Cremona, trasmessa a Bari, dove si trovano anche nomi di persone che, a oggi, sono state sentite solo come semplici testimoni».

Sul coinvolgimento di Conte e la sua conferma alla Juve anche in caso di squalifica

“Poniamoci i problemi di oggi. A quanto è la nostra conoscenza, la sua posizione è vicino all’insignificante. Poi faremo tutte le valutazioni, nel caso qualcosa si modifichi. Dopo di che, ci sono altre cose. Un codice di giustizia sportiva vicino all’arcaico, se pensiamo ai termini di fatturato che ha raggiunto il calcio, sui 18 miliardi a livello europeo. So benissimo che cambiare le regole in corsa è sbagliato, ma, appena possibile, abbiamo bisogno di rivedere i codici che ci governano. Paragonare la posizione di Andrea che gioca un torneo domenicale di golf con atleti professionisti di sport di altissimo livello è sbagliato: parlo di responsabilità oggettiva e omessa denuncia, per esempio. Non sarebbe l’unica riforma, però”.

Sulle riforme necessarie nel mondo del calcio

“Rivedere la governance della Lega di A, per essere un interlocutore credibile davanti alle istituzioni, Stato, Coni e Figc. La legge sugli impianti sportivi, che permetta ai privati di investire in maniera rapida e a condizioni favorevoli, la legge 91 dell’81 con la possibile introduzione della figura dell’atleta professionista, la tutela dei marchi, una revisione dei campionati, con la Federazione. Competere vuol dire anche darsi un orizzonte: vogliamo sostenere l’eccellenza in Europa o la mediocrità in patria ed essere il Paese campanilistico dei 60.000 comuni?”. […]
Su Zeman

 “Prandelli pagherebbe un biglietto per una partita di Zeman? Io per vedere ‘Anfield Road’, mai sentito ‘You never walk alone'”- dal vivo».

Sul mercato ed il top player

 “Se il top player è la squadra, come ricordava John Elkann, Van Persie, Higuain e compagni sono impossibili? Assolutamente no: volendo, si può fare. Due anni fa sarebbe stato inutile: c’era da costruire la casa, inutile metterci una tv al plasma. Poi bisogna fare valutazioni a 360 gradi: vedere se uno è un bravo ragazzo o uno spirito ribelle. Tevez o Van Persie. Quando non ero presidente chi avrebbe preso? Mi importava vincere. Van Persie ha fatto un giro turistico a Torino? Ah sì?”.

Sul suo arrivo alla Juve

“Come ha vissuto questi due anni? La vera sfida è stata rivitalizzare una società che era quasi morta: due anni fa, a metà maggio, vado in sede sabato mattina e la trovo sprangata. Un anno dopo, sabato mattina, vado e ci sono 25 persone in ufficio. Ridare entusiamo a chi lavorava, ai nostri tifosi che dal 2006 al 2010 avevano smarrito la squadra: come la vecchia Dc, una tifoseria di correnti. Ma d’altronde, i cambiamenti sono di rottura e di ricostruzione”.

Sul Futuro

“Lo scudetto è già finito, bisogna ricominciare da zero. Il prossimo trofeo che alzeremo sarà il più bello”.

Redazione Sportiva