Il calciatore dei grifoni sarebbe stato a conoscenza degli scontri anche prima che avvenissero ed emerge il nome di Massimo Leopizzi, ultrà genoano, già coinvolto per Genoa- Venezia del 2004 – 2005….
Emergono novità importanti sulla posizione di Giuseppe SCULLI che risulta indagato per il caso scommesse, ma quanto emerge non ha a che fare con le gare combinate. Infatti, da telefonate e messaggi, intercettati dagli inquirenti, tra il giocatore rossoblu e uno dei capi ultrà dei grifoni emerge che gli incidenti durante Genoa-Siena, con i calciatori rossoblu costretti dai tifosi a togliersi le magliette e a lasciarne sul campo, sarebbero stati annunciati. Il tutto è ricostruito da una nota della squadra mobile di Alessandria, che si sta occupando dei disordini: “Altro soggetto rilevante risulta essere Massimo Leopizzi, già segnalato nel corso dell’attività investigativa, che appare rivestire un ruolo di vertice nell’ambito delle frange ultrà genoane”.
La nota contiene anche il messaggio inviato da Leopizzi a Sculli il 14 aprile: “Ok fratellino, tregua armata fino a Genoa-Siena… poi LIBERI TUTTI… con voi liberi di scappare… se ci riuscite”.
Un messaggio chiaro che secondo la polizia avrebbe “preannunciato i disordini in caso di sconfitta del Genoa”. Ma il nome di Sculli e quello del capo ultrà sono contenuti anche nell’informativa dello Sco (Servizio centrale operativo) alla procura di Cremona. “Risulta che il Leopizzi venne coinvolto in indagini (e sentito in qualità di testimone) relativamente alla combine della partita Genoa-Venezia del campionato 2004-2005 per quale venne indagato, a livello penale, anche il presidente del Genoa Enrico Preziosi“. Infatti, Leopizzi “avrebbe testimoniato falsamente, per favorire il massimo dirigente genoano e scagionarlo da possibili conseguenze in sede penale”.
Nella telefonata incriminata Leopizzi parla con Sculli e riferendosi a Enrico Preziosi, che per la vicenda era stato condannato a 4 mesi per frode sportiva: “Questo porco qua nel 2006 si è salvato dal carcere grazie a questo signore con cui sei al telefono, rischiava nove anni di condanna sulla schiena e ha fatto un’ora e mezza… per salvargli il culo, domani mattina sai cosa faccio? Mi butto all’infamità… ho deciso… mi butto infame. Ma quello è un infame… io te lo giuro, domani vado in procura e gli dico: signori, ho fatto falsa testimonianza io nel 2006, adesso ve la racconto io la storia… come si permette di dire in galera… ma in galera cosa… pezzo di merda. Ti ho salvato io ti ho salvato Massimo Leopizzi… stronzo, stronzo. Ma che presidente, è una carogna, Beppe, non è un presidente, è un infame… tu sai cosa vuole dire infame, no? Che tu vieni da una famiglia…”.
Sculli risponde: “Ma le parole che gli ho detto io sai quali sono state? Gli ho detto: presidente, vai via, perché più ti avvicini e più questi si inferociscono perché a te non ti possono vedere”.