RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Andrea Elefante) – Niente sfida contro il Lussemburgo: “Giusto così”. Di Natale era in ascensore durante la prima scossa…
Ventiquattr’ore dopo, svegliati da un altro terremoto. Stavolta quello vero. La scossa non è entrata dal cancello del centro tecnico di Coverciano, come lunedì all’alba, ma direttamente nelle stanze dell’hotel di Parma dove gli azzurri erano in ritiro prima di un’Italia-Lussemburgo mai nata: cancellata per terremoto. “Per il secondo giorno consecutivo — ha detto il vice presidente federale Albertini — siamo qui a raccontare eventi non idonei alla preparazione di un evento come l’Europeo: ma oggi il nostro primo pensiero non poteva che andare ai morti di questo terremoto”.
Totò che angoscia. Ieri mattina, all’ora della prima scossa, diversi azzurri erano ancora in camera, altri già in sala colazione. Alcuni lunghi secondi di paura mentre intorno vibrava tutto, poi gli sguardi dei giocatori si sono incrociati di nuovo come a chiedersi: “Ma un po’ di pace, no? Cosa ci sta succedendo in questi giorni?”. Occhi forse meno terrorizzati di quelli di un gruppo di giapponesi, che si sono precipitati fuori dall’hotel. Certo meno angosciati rispetto a quelli di Totò Di Natale, che proprio nel momento in cui la terra ha tremato per la prima volta era chiuso in ascensore.
Il vertice. La squadra è andata regolarmente a Collecchio per la rifinitura pre-gara, ma già a quell’ora, allo stadio, era in corso la riunione che si sarebbe conclusa con la decisione da tutti ritenuta inevitabile e comunicata agli azzurri al termine dell’allenamento: gara annullata. Una scelta unanime, condivisa dal vicepresidente federale Albertini, dal presidente della Federazione del Lussemburgo Paul Philipp e dal neo Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, dopo contatti continui con la Prefettura, la Questura, il Capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno e il Presidente della Provincia. Questione di sensibilità e di opportunità – per non incidere sul lavoro delle forze dell’ordine – e non di agibilità. “Lo stadio lo era anche dopo la seconda scossa”, ha precisato Albertini.
Priorità. Sarebbe stato un Tardini pieno, aveva assicurato anche il presidente del Parma, Ghirardi. “E ci torneremo per giocare, l’abbiamo promesso anche al Lussemburgo“ ha assicurato Albertini. “Ma oggi, a fronte di altri lutti, non poteva esserci lo spirito giusto per affrontare una festa” ha detto Pizzarotti. In circostanze del genere, tutto diventa questione di rispetto per il dolore e anche di priorità: “Soprattutto — ha spiegato il presidente federale Abete — quelle collegate a questioni di emergenza: al centro dell’attenzione sul versante della sicurezza non poteva esserci una partita di calcio“. Prandelli non ha potuto che sottoscrivere: “In momenti così, capisci che ci sono problemi più importanti che certe situazioni del gioco del calcio“. Buffon ha allargato le braccia: “Non si poteva proprio giocare”. La squadra ha pranzato in hotel e intorno alle 14.30 tutti di nuovo in pullman, per tornare a Coverciano. Neanche 24 ore dopo, gli stessi chilometri, lo stesso Appennino: su e giù, come questa Nazionale sballottata dagli eventi.