RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – Si narra che Stefano Mauri sia andato incontro al suo destino: una volta saputo dell’imminente arresto, si sarebbe messo in viaggio verso Cremona per essere «raccolto» dalla polizia all’uscita dell’autostrada. Nel tritacarne di ieri il fatto è rimasto in sospeso: realtà o leggenda? Forse lo scopriremo nei prossimi giorni, di sicuro il capitano della Lazio (in assenza di Rocchi) ha trascorso la sua prima notte in carcere, dopo mesi di «voci» sul suo coinvolgimento nel calcioscommesse. […]
Il gip Salvini spiega: Mauri agiva anche per cercare di migliorare la classifica della propria squadra. Un’accusa diretta e articolata in questo modo: «Il giocatore manifestava la sua costante disponibilità a favore del gruppo degli zingari ad alterare in cambio di denaro il naturale risultato di partite della Lazio, nell’ambito del campionato 2010-2011. La ricerca della vittoria era finalizzata a una migliore posizione in classifica». Secondo il gip Mauri avrebbe partecipato alla manipolazione di Lazio-Genoa del 14 maggio 2011 e Lecce-Lazio del 22 maggio. Per l’accusa il centrocampista gestiva le «informazioni» sui risultati sicuri attraverso Aureli: scommettendo e facendo scommettere gente vicina a lui. E di soldi per gli inquirenti ne giravano parecchi: per la gara di Lecce il gruppo degli ungheresi avrebbe messo a disposizione dei giocatori giallorossi (che dovevano perdere) 600 mila euro, guadagnando dal 2-4 oltre due milioni. Ipotesi confermata in toto dal difensore Ferrario. Davanti a Palazzi l’ex leccese ha dichiarato: «Zamperini mi disse che c’erano degli amici disposti a mettere del denaro su quella gara». Ferrario ha detto «no», senza denunciare all’epoca il fatto. Ma le sue dichiarazioni rafforzano il quadro accusatorio.
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