STADIO LAZIO. Il sogno FLAMINIO vale 20 milioni

RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – Lo stadio Flaminio è il sogno dei tifosi biancocelesti…

 

Strana la storia del Flaminio. Di fatto, non si sa che fine farà dal primo luglio in poi. Il Coni non rinnoverà la convenzione con Roma Capitale, che dopo il 30 giugno tornerà dunque a gestire in prima persona l’impianto. È uno stadio malaticcio (eufemismo), colpa di qualche intervento sbagliato negli ultimi anni che ha provocato infiltrazioni di acqua nel cemento armato, tralasciando le condizioni precarie degli ambienti interni. A Claudio Lotito è stato offerto a più riprese, negli ultimi anni, anche con Veltroni sindaco. L’ultima volta è accaduto due giorni fa, per bocca del delegato allo sport di Roma Capitale, Alessandro Cochi. E per la prossima settimana gli uffici del sindaco Alemanno hanno invitato a un incontro prima la Fir — anche se ufficiosamente il progetto ‘Casa del rugby’ pare già svanito —, poi la Lazio.

È il sogno dei tifosi biancocelesti. E il sogno ora forse fa gioco anche a Lotito, nell’infinita querelle con il Coni per l’altro stadio, l’Olimpico. Ma realizzare i sogni costa. Quanto? Ristrutturare il Flaminio, compresi tutti i lavori per ottenere l’eventuale licenza Uefa, vorrebbe dire tirare fuori circa 20 milioni di euro. È una stima, ovviamente, ma c’è anche chi fa riferimento a numeri superiori. Di sicuro, è una cifra che potrebbe avere un senso spendere solo se il Flaminio fosse un progetto a lungo termine, e non una soluzione ponte.
I costi. Roma Capitale pensa di riproporre a Lotito più o meno gli stessi interventi pensati tempo fa con la Fir, dunque un adeguamento da 23 mila posti (la capienza reale del Flaminio) a 41 mila. Per mettere a norma l’impianto secondo la Legge Pisanu servirebbero da 3, 5 ai 5 milioni di euro. Pronostico? Resterà un sogno dei laziali. A fine giugno Lotito rinnoverà per una stagione con il Coni la convenzione per l’Olimpico: tre milioni e passa la paura (di non giocare). E il Flaminio? Finalmente sarà stato usato. Ma per altri scopi.

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