RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Andrea Elefante) – Chiellini sui problemi muscolari e sul possibile rientro in campo per l’esordio agli Europei…
Devono passare ancora quattro giorni prima di buttarsi alle spalle anche gli ultimissimi dubbi e a Giorgio Chiellini l’attesa sembrerà più lieve, calpestando l’erba finalmente con un altro passo. E’ successo ieri mattina per la prima volta, dopo l’infortunio all’adduttore del 13 maggio. “Corsa lenta e continua”, ha certificato poi il professor Castellacci. Insomma, niente di che: ma intanto quei giri di campo con Montolivo e De Rossi, a Chiellini hanno dato ancora un po’ di spinta, aspettando due responsi. Quello dei prossimi giorni, perché la corsa in linea in realtà è indicativa solo in parte e la risposta davvero importante ci sarà al momento dei cambi di direzione; e quello di inizio settimana prossima.
Il D day. Lunedì sarà il ‘D day’, per Chiellini e anche Montolivo: “Risonanza magnetica per entrambi”, spiega Castellacci. Non aggiunge ‘decisiva’, ma è come se lo fosse, visto che solo 24 ore dopo, martedì 29, Cesare Prandelli dovrà consegnare la lista definitiva dei 23 per l’Europeo. O dentro o fuori, e Chiellini anche ieri si è chiamato dentro: “Spero e credo di poterci essere già il 10 giugno, contro la Spagna. Sono tranquillo e fiducioso, c’è tutto il tempo per tornare e stare bene”. E dimenticare definitivamente i timori di quel pomeriggio, verso la fine di Juve-Atalanta: “Vedermi in lacrime poteva sembrare esagerato, ma sentivo male e avevo paura, sì: paura di perdere un appuntamento che aspettiamo da due anni. Mica solo io: qualcuno, dopo la delusione del Mondiale 2010, ci considera una Nazionale di serie B e vogliamo dimostrare il contrario”.
La stessa fame. Possibilmente a cominciare dalla partita con la Spagna, la stessa che all’Europeo 2008, ricorda Chiellini, “fu il mio vero battesimo internazionale. In questi 4 anni sono invecchiato ma anche cresciuto: ora ho uno spessore diverso e arrivo forse dal migliore anno della mia carriera”. Che non gli ha tolto energie: “Pensare che dopo aver vinto lo scudetto, noi della Juve possiamo avere meno fame è un’ipotesi da non prendere neanche in considerazione”.
Sul suo ruolo. “Centrale o laterale sinistro, non dovete chiederlo a me: quando arrivi a giocarti un Europeo viene prima la squadra e poi l’interesse personale”.
Conte ci sarà. Dunque si pensa prima alla Nazionale che alla Juve, con un’eccezione per Conte (“Sono tranquillo: in ritiro sono convinto di ritrovare ancora lui e il suo staff”) e una per Verratti, che poi eccezione non è, perché in questi giorni il ragazzo è azzurro, ma per motivi di mercato anche un po’ bianconero: “Gli auguro di venire alla Juve, dove potrà crescere bene e diventare giocatore e uomo. Ma Pirlo lo incrocerà anche prima, e per lui sarà emozionante come lo fu per me quando incontrai per la prima volta Cannavaro”.