CALCIO. LIPPI «volpe d’argento» alla rivoluzione cinese

GAZZETTA DELLO SPORT – Secondo giorno di lavoro a Guangzhou per il tecnico italiano, che chiederà più rigore sulla puntualità e… sulle docce…

(Getty Images)

L’urlo di Mar-Cell non spaventa ancora l’Oriente, ma comincia a mettere i puntini sugli ideogrammi. Come dice il famoso saggio di qui, «meglio un allenamento nascosto che uno pubblico». Così niente giornalisti e tifosi ieri al campo, porte sbarrate, e oggi che è vigilia di campionato sarà lo stesso: c’è da provare il Guangzhou del debutto, gli schemi lippiani spiegati da due giorni, il tutto sotto un temporale tropicale che non smette più. […]
La sua ombra a pranzo, all’allenamento, in hotel, è il presidente del club: il giovane e superlaureato Liu Yongzhuo, 31 anni, vicepresidente dell’immobiliare Evergrande. […]

Marchio Evergrande sulle maglie, nuovo nome, mercato da ricchi: subito promozione e «scudetto» con Lee Yang-soo che per parecchi osservatori non meritava il licenziamento. Xu spiega: «Per diventare un club internazionale avevamo bisogno di un tecnico di profilo internazionale».
Qualcosa nei vecchi metodi è da migliorare. Il centro sportivo è bello ma i giocatori, dopo l’allenamento, hanno l’abitudine di salire in pullman sudati e farsi la doccia in hotel, a quasi mezz’ora di strada. E poi il pranzo ha un orario un po’ flessibile. Lippi chiederà più precisione. […] In campionato il successo vale 3 milioni di yuan (380mila €), il pari niente e la sconfitta una multa di 3 milioni, da dividere tra tutta la squadra, tecnico compreso.
Oggi Lippi conoscerà il suo nuovo stadio, al centro, immerso tra grattacieli stile New York. Sulle prime pagine alcuni frasi a effetto dell’ex c.t.: «Non ci sarà in Asia una squadra forte come il Guangzhou» è una libera traduzione del suo pensiero, ma ha riscosso molto successo, come il confronto tra il giovane difensore destro Zhao Lipeng e Sergio Ramos. In mandarino, Lippi si scrive con due ideogrammi: la pronuncia è Li-pi, ma la traduzione letterale è «dentro-pelle». E chissà che la Cina non finisca dentro la pelle di Lippi.

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