Lui non c’era ancora. Buffon, Chiellini e Del Piero sì: sono i reduci degli ultimi trionfi, cancellati dalla giustizia sportiva, i campioni che hanno giocato a Rimini e Frosinone, di nuovo in cima dopo anni di fatica. Gli altri hanno cambiato vita – Pavel Nedved esulta da dirigente – o sono stati sacrificati al rinnovamento: «Con l’avvento di Agnelli – racconta Marotta – abbiamo iniziato un percorso difficile e per tanti aspetti impopolare: abbiamo sacrificato alcuni beniamini dei tifosi, ma dovevamo cambiare, inaugurare un ciclo nuovo».
La prima stagione è stata complicata, infelice: settimo posto e sfratto dall’Europa, un anno fa di questi tempi piovevano solo critiche e accuse. Sapevano, in corso Ferraris, che era un prezzo da pagare ed erano sicuri di tornare grandi: non pensavano nemmeno loro, però, di riuscirci così in fretta. «Questo è un traguardo insperato, per questo la nostra felicità è immensa. Siamo venuti a Trieste fiduciosi e concentrati, guardando lo striscione in fondo alla nostra strada senza preoccuparci troppo di San Siro. La svolta scudetto? Non saprei indicarla, è stata una crescita graduale. Però posso indicare il momento di maggiore sconforto: mercoledì scorso, dopo il pari con il Lecce. Potevamo abbatterci, ma il gruppo s’è dimostrato maturo ed è tornato in campo senza ripercussioni». Complimenti ad Antonio Conte: «Ha saputo plasmare la squadra, la società ha creato la macchina ma lui l’ha guidata benissimo. I risultati della domenica hanno premiato un grande lavoro quotidiano».
Battuto il Milan in volata, Marotta si aspetta una telefonata di complimenti: «Abbiamo un ottimo rapporto, tra le due società c’è correttezza, poi in campo ognuno fa la sua corsa. Sono venute fuori anche dichiarazioni concitate e di colore, però la stima è grande».L’ultimo regalo lo ha fatto l’Inter, un gioco del destino vista la rivalità antica acuita da Calciopoli. E destinata a proseguire per via della terza stella. Facile immanginarla sulla maglia, intanto è sulle bottiglie. C’è tempo, comunque. Adesso è festa. La Juve torna in campo dai suoi tifosi, la Torino bianconera scende in piazza e pregusta la grande festa di domenica. Possibilmente al pomeriggio, la società chiederà l’anticipo.