LA GAZZETTA DELLO SPORT (F. Grimaldi). Gli inquirenti sono all’opera sulla gara tra Genoa e Siena, ma anche sugli episodi Milanetto e Dainelli…
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Prosegue senza sosta l’attività investigativa della Digos genovese (ieri presente al «Rigamonti») e della magistratura in seguito allo stop di Genoa-Siena del 22 aprile scorso. Dopo le ultime identificazioni, il numero dei Daspo contro gli ultrà genoani è salito a trenta, tutti con durata variabile fra i tre e i cinque anni. Nessuno di questi prevede l’obbligo di firma, trattandosi di posizioni considerate «minori» rispetto a quei soggetti (dodici) indagati con varie ipotesi di reato.
Parallelamente, si lavora su altri due possibili filoni d’inchiesta, partendo da una semplice considerazione. Il primo, come si legge su “La Gazzetta dello Sport”, riguarda l’irruzione ultrà del 12 gennaio scorso a Pegli: un gruppetto di tifosi entrò negli spogliatoi a fine allenamento per incontrare la squadra. Dainelli (ceduto pochi giorni dopo al Chievo) fu colpito con uno schiaffo, mentre ad altri giocatori fu rimproverata una presunta condotta poco professionale fuori dal campo. Ecco perché l’indagine della Questura e della magistratura mira ad andare a fondo al problema e a capire se a questo clima di palese intimidazione possa in qualche momento legarsi anche la cessione di Milanetto al Padova, alla fine del luglio scorso. L’antefatto è noto: l’8 maggio di un anno fa il centrocampista rispose con toni duri ai tifosi (che avevano attaccato la squadra al grido di «Un derby non si regala») dopo il gol decisivo di Boselli nel derby. L’ostracismo a Milanetto era proseguito, finché il 23 luglio nel ritiro di Neustift piombarono gli ultrà chiedendone la cessione («Salva la faccia: vattene», diceva uno striscione). E così accadde. Tutto normale?