Il difensore nerazzurro si è raccontato ai microfoni di Inter Channel parlando del finale di stagione e la speranza di essere convocato in Nazionale…
Andrea RANOCCHIA ha parlato ai microfoni di Inter Channel all’interno della rubrica “A tu per tu” raccontandosi.
Ecco un estratto direttamente dal sito della società nerazzurra:
Ranocchia, siamo alla vigilia di tre gare importanti nella volata per il terzo posto. In corsa, quattro squadre. Davvero un volatone…
“Sì, una volata impegnativa. Con i punti che abbiamo, terzi non arriviamo, quindi dobbiamo, e vogliamo, chiudere bene il campionato, continuando a fare come stiamo facendo”.
Prendendo come riferimento le giornate nelle quale Andrea Stramaccioni siede sulla panchina, l’Inter è terza in classifica alle spalle di Juventus e Parma. Quello di domani, quindi, è uno scontro diretto…
“Sì, affronteremo una squadra che è in forma, che ha ottime individualità in attacco; un attacco molto periocoloso, lo sappiamo, ma sappiamo anche che noi dobbiamo continuare a fare bene”.
Per un difensore come Ranocchia, molto alto, è più difficile affrontare un avversario con le caratteristiche di Sebastian Giovinco?
“Sì, è difficile, ma l’ho già affrontato: tante volte è andata bene a me, a volte è andata bene a lui. In campo bisogna adattarsi a ogni tipo di avversario. In Serie A ci sono tutti i tipi di attaccanti: alti, bassi, magri, grossi… Tante volte ho sentito dire che non posso giocare contro avversari con le caratteristiche di Giovinco, ma in realtà non è così, altrimenti…. smetto, o gioco solo quando gli altri hanno un attaccante alto e grosso… “.
Però, sinceramente, è più difficile…
“Sì, è più difficile, ma soprattutto perché Giovinco è molto tecnico, molto bravo negli uno contro uno, quindi serve l’aiuto da parte dei compagni di difesa e dei centrocampisti. Bisogna lavorare di reparto, altrimenti rischi, perché lui è rapido e molto tecnico”.
Ranocchia arriva da un periodo difficile, di quelli che aiutano a crescere…
“È questo che serve per crescere. Se non soffri non cresci. Nel calcio e nella vita finché non c’è sofferenza non c’è crescita. È vero, ho passato un periodo brutto, credo anche con un allenatore che a livello umano mi adava veramente poco. Ho fatto veramente fatica, ma sono cresciuto molto. Giocare poco è più difficile, si perdono il ritmo, le misure, l’abitudine, ci vuole un po’ prima di riprendersi, infatti le prime volte sono state dure, non ero completamente a mio agio. In sei mesi avevo giocato cinque partite, sono veramente pochissime. Serve un periodo di riadattamento, è normale. Ora sto bene, anche se non sono ancora al meglio, ma con le ultime due gare consecutive ho ritrovato un po’ di ritmo e spero di giocare da qui alla fine”.
Cesare Prandelli le ha detto qualcosa di particolare quando vi siete incontrati qui ad Appiano?
“No, mi ha chiesto solo come stavo”.
Le speranze in vista delle convocazioni per l’Europeo?
“Rispetto e rispetterò sempre le scelte di un allenatore. Mi rendo conto che, giocando così poco, non è facile essere preso in considerazione, ma è anche vero che ho già giocato in Nazionale, che il ct mi conosce. Spero di essere convocato, ovviamente, altrimenti mi preparerò al meglio per la prossima stagione”.
Ritorniamo all’Inter. Quella per il terzo posto è una vera bagarre, e l’Inter sembra avere il calendario più difficile…
“Il calendario conta e non conta. Tutte le gare partono sempre da zero a zero. Diciamo che noi dobbiamo fare nove punti e poi vedere che cosa succederà”.
Nove punti, magari anche con un gol di Ranocchia…
“Ci ho provato anche contro il Cesena. Vediamo nelle prossime partite. Speriamo… “.
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