Una sintesi dell’articolo de ” La Gazzetta dello Sport”. Prima da titolare con Strama per la punta che cerca gol da terzo posto. E non ha ancora segnato di testa…
(getty images)
Uno dei migliori calciatori al mondo nel gioco aereo, l’artista del terzo tempo con cui si prese San Siro all’esordio in nerazzurro contro il Palermo (30 gennaio 2011), quest’anno non l’ha ancora messa di testa. Assurdo come una nevicata a Ferragosto. Al Pazzo restano quattro gare per raddrizzare queste statistiche. Ma quella di oggi col Cesena è la cartuccia più importante. Perché i romagnoli conoscono bene la legge del Pazzo, che giusto un anno fa (era il 30 aprile) li rivoltò come un calzino con una doppietta ciclonica nel recupero. Ma soprattutto perché per tenere un’altra volta fuori questo Milito potrebbe più il giudice sportivo Tosel (il Principe è diffidato) che Stramaccioni. Per cambiare il destino serve quindi una prova super.
Smuovere le classifiche «Diego sta bene, aveva accusato un affaticamento a Udine ma poi si è allenato regolarmente – ha spiegato ieri Stramaccioni -. Pazzini? Sta benissimo, è carico, è uno di noi, è stato fuori due partite per motivi diversi (infortunio di Chivu a Firenze, bisogno di un contropiedista a Udine, ndr.), ma si è allenato in maniera strepitosa. Quella col Cesena sarà la sua partita». Sino all’arrivo di Stramaccioni, che però ha rivitalizzato lo spogliatoio, restituito un gioco, ma anche mandato in panca l’azzurro, mai titolare col nuovo tecnico. Perché con Ranieri i due centravanti potevano coesistere, mentre Strama ne «vede» uno solo e ha scelto l’argentino. Pazzini ha reagito nel modo giusto, senza fare polemiche, lavorando duro in settimana e facendosi trovare pronto quando gli toccava uno spezzone di gara. Ma la palla non ne vuole sapere di entrare e due imprecazioni il ragazzo le avrà tirate. Perché quando toccava a lui la squadra non produceva calcio. Invece ora si rivede il gioco sulle fasce e quindi i graditissimi cross dal fondo. Anche per questo oggi il Pazzo (come tutta l’Inter, peraltro) non può proprio fallire.