Una sintesi dell’articolo de ” La Gazzetta dello Sport”. Il tecnico non cita il 2014, scadenza del nuovo contratto, ma la fine del campionato: «Decidono la società e Galliani»
Massimiliano Allegri qualche tempesta da allenatore l’ha già attraversata, ma non a questi livelli. Il Milan è la sua prima avventura di fascia A e fino a un mese fa la navigazione è stata, se non piatta, comunque abbastanza tranquilla. Poi hanno iniziato a rincorrersi le voci: Berlusconi stufo dell’allenatore, Capello in arrivo nell’area tecnica, il fantasma di Guardiola che si aggira su San Siro più altri colleghi assortiti. Così ieri, all’ennesima domanda sul suo futuro, Allegri ha risposto così: «Le voci sulla panchina del Milan non mi infastidiscono e non mi preoccupano. Anche perché fino al 30 giugno, anzi fino al 13 maggio sarò qui, poi vedremo. Io posso dare consigli sui giocatori, ma l’allenatore lo scelgono la società e Galliani». In realtà basterebbe una presa di posizione netta da parte di Berlusconi per spazzare il campo dalle chiacchiere. Ma per ora è arrivata solo quella di Galliani. «Ho parlato col presidente prima del Genoa — racconta il tecnico —. Con lui c’è lo stesso rapporto di sempre: se ci fosse qualche problema me lo direbbe». Che Allegri si senta parte del progetto rossonero emerge anche da queste parole: «A fine stagione tireremo una riga, analizzeremo tutti i problemi e valuteremo tutta la stagione». In attesa di qualche cenno presidenziale, Allegri spiega come il Milan dovrà affrontare la partita di oggi: «Dobbiamo vincere in modo da mettere la Juve in condizione di non essere serena e obbligarla a non sbagliare. Loro sono davanti, ma continuo a pensare che abbiamo buone chance di vincere il titolo. La situazione psicologica potrebbe ribaltarsi e il calcio è l’unico sport dove il più debole a volte riesce a battere il più forte».