LA GAZZETTA DELLO SPORT. Guardiola, dove vai? «Sono stanco, lascio il Barça» Le big a caccia

Una sintesi dell’articolo de “La Gazzetta dello Sport”: I blaugrana passano a Vilanova, anno di riposo per Pep. Ma le grandi d’Europa lo tenteranno…

(getty images)
 

Ieri il mondo Barça si è svegliato molto pessimista ma aggrappato al dubbio. «Pep se ne va», si leggeva sulla prima pagina del Mundo Deportivo. Ma rovesciando il giornale il titolo era «Pep non se ne va». Se n’è andato, e aveva deciso di farlo già in ottobre.  La giornata è cominciata molto presto: alle 9 Guardiola era a San Joan Despì, il centro tecnico. Si è riunito con Rosell e Zubizarreta. Hanno provato a convincere il tecnicoa restare, ma niente. Poi lo stesso Guardiola lo ha comunicato ai giocatori prima della conferenza stampa delle 13:30. A salutare Pep dovevano venire i 4 capitani, Puyol, Xavi, Valdes e Iniesta, poi si sono aggiunti spontaneamente anche Piqué, Busquets, Pedro e Fabregas. Mancava Messi, e l’assenza è stata notata, «E’ un giorno tristissimo, non volevo farmi vedere così», dice poi Leo. Che già si era riunito, da solo e a lungo, con Pep a San Joan Despì.  Rosell elogia Guardiola: «A parte i titoli e il sistema di gioco, che sarà per sempre il “sistema di Pep”, ci ha fatto vincere il campionato dell’orgoglio. Per me è la cosa più importante». Rosell annuncia il successore: «Tito Vilanova», mormorio non trattenuto in sala. Non se l’aspettava nessuno, tutti a rincorrere Bielsa, Blanc, Valverde, Villas Boas, Luis Enrique. Poi abbracci, commozione, emozione. Guardiola ringrazia e spiega: «C’è un solo colpevole, una sola motivazione: il tempo. Quattro anni qui sono un’eternità. Sono stanco. Mi dispiace dirlo però non ho più le energie necessarie per guidare questa squadra. Ho bisogno di staccare, di allontanarmi dalla pazzia del calcio, di vedere e fare altre cose perché, come dico sempre ai giocatori, nella vita non ci sono solo “futbol y blackberry“. Quando finiscono gambe e passione bisogna essere pronti. Il presidente mi ha offerto un altro incarico ma ho rifiutato: se esco, esco, altrimenti restavo da allenatore». «Quando cerchiamo un giocatore, prima guardiamo cosa c’è in casa, nella cantera – dice Zubizarreta, direttore generale seduto alla sinistra di Rosell –. E così è stato anche per il tecnico, perché qui conta l’idea, il gioco, come lo gestisci e lo sviluppi». E il suo, di futuro? “Quando dirò “Cazzo (in italiano, ndr), voglio allenare!” cercherò una squadra e se non la troverò farò altro». Ipotesi impossibile. Piuttosto è vero il contrario: da oggi partirà la caccia al Pep da parte di tutte le big d’Europa. Le sirene cominceranno a tentarlo, e immaginiamo che resistere sarà faticoso quasi come allenare.

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