LA GAZZETTA DELLO SPORT. E la curva striglia San Siro

Una sintesi dell’articolo de “La Gazzetta dello Sport”; «Chi va via prima non è da Milan». Poi il boato al pari del Cesena (ma non era vero…)…

(getty images)

L’illusione è durata solo un paio di minuti, però per quel lasso di tempo quasi tutti i 50 mila e passa spettatori di San Siro si sono sentiti a uno solo punto dalla Juve. Tutta colpa di qualche buontempone che ha diffuso notizie false provenienti da Cesena, scatenando l’entusiasmo di uno stadio intero, giocatori compresi. È successo tutto poco dopo il gol di Boateng: mentre il Milan trotterellava in mezzo al campo in attesa del fischio finale, è partito un boato dal secondo anello della curva Nord. Il tabellone che di solito dà gli aggiornamenti sulle altre partite non si è mai acceso per segnalare il risultato di Cesena. Così i tifosi hanno potuto cullare la speranza di aver ridotto la distanza dalla capolista bianconera fino a quando non si sono accorti che non era vero.  La parte più calda della tifoseria, intanto, è decisa a restare vicino alla squadra fino alla fine. Ieri gli ultrà della curva Sud hanno persino richiamato all’ordine gli altri settori di San Siro, distribuendo un comunicato piuttosto duro. «Queste parole vogliono essere un monito per una presa di coscienza da parte di tutti quei tifosi che hanno pensato di abbandonare la squadra nel momento più difficile — si legge —. Per l’ennesima volta domenica (il riferimento è a Milan-Bologna, ndr) a un quarto d’ora dal termine c’è stato il consueto fuggi-fuggi in tutti i settori. Il popolo rossonero era di ben altra pasta anni fa. In vista del derby il settore a noi riservato presenta ancora molti biglietti disponibili ed è una cosa vergognosa. La curva Sud dev’essere riempita». Dunque, la tifoseria la pensa come Allegri: non è detta l’ultima parola. E se ieri il primo tempo si è chiuso sotto i fischi, la partita è finita coi giocatori rossoneri che hanno applaudito a lungo la loro curva.

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