Il Presidente dell’AIC Tommasi condanna i fatti del Ferraris senza se e senza ma. “Io non mi sarei mai tolto la maglia”, dice.
A margine della presentazione dell’accordo di collaborazione tra Aic e l’Università degli studi eCampus a Roma, il presidente dell’Assocalciatori, Damiano TOMMASI ritorna sui fatti di Genova e commenta quanto accaduto ieri al Ferraris dove i giocatori del Genoa sono stati costretti dai tifosi a togliersi la maglia.
«Non si può giustificare questo tipo di contestazioni perchè la squadra va male o per un risultato negativo sul campo. Togliere la maglia è un gesto gravissimo, anche se bisogna chiedersi perchè si è arrivati a quella situazione. Evidentemente ci sono state delle minacce, come già successo anche in passato, quando oltre alle parole certi tifosi si sono spinti fino alla violenza fisica. Io la maglia non l’avrei mai tolta: è un gesto pessimo, non si può darla al primo che passo. Ho sentito già ieri qualche giocatore del Genoa e l’umore non era ovviamente dei migliori. Sculli? Credo che non sia giusto dare spazio e confidenza a certi personaggi che frequentano gli stadi», ha proseguito, alludendo al fitto dialogo fra il giocatore del Genoa e alcuni ultrà. «Detto questo, lui ha fatto quello che si sentiva di fare anche per capire, forse, cosa volessero questi “tifosi”». Nessuna analogia, infine, tra quanto successo al Ferraris e quello che accadde nel 2004, quando venne sospeso il derby Roma-Lazio a causa delle pressioni dei tifosi. «Fu una situazione diversa – ha sottolineato Tommasi – tutto lo stadio cantava affinchè noi si smettesse di giocare. E per evitare rischi fu presa una decisione in quel senso».