La conferenza stampa di mister Stramaccioni alla vigilia della gara all’ Artemio Franchi contro la Fiorentina di Delio Rossi
Stramaccioni in conferenza stampa alla vigilia della gara contro la Fiorentina, sulla pausa di campionato che qualcuno definisce un bene per l’Inter, afferma: “Definirlo un bene direi proprio di no, visto il motivo per il quale è stato disposto, ma posso dire di aver visto un’Inter che sul campo di Appiano Gentile sta bene. Ora però quella voglia di far bene va ora concretizzata sugli altri campi di gioco. Ci siamo preparati bene, ho visto un giusto mix di entusiasmo e concentrazione e anche il fatto di aver ritrovato in gruppo tutti – anche se le loro condizioni saranno da valutare – e che tutti abbiano dimostrato di avere grande voglia di fare bene è un segnale positivo. Sappiamo, lo so anch’io che sono il meno esperto di tutti, che tutto ciò va però concretizzato sul campo”.
Lo stop della scorsa settimana al campionato si traduce in un programma di cinque partite da disputare nei prossimi 14 giorni. Stramaccioni spiega se e come qualcosa sia cambiato nella gestione del lavoro della squadra: “Ha inciso parecchio, certo questo è un discorso che vale per tutte le squadre, ma nella mia testa ha inciso parecchio perchè hai molto meno tempo per lavorare sul campo. Entri in una modalità di gestione gara-recupero che in un momento così aumenta ancora di più le variabili. Detto questo, sono anche fortunato perchè ho tutti i giocatori disponibili, anche Samuel sta recuperando alla velocità della luce e quindi, per le armi e gli strumenti che ho a disposizione, sono nella migliore condizione per affrontare i prossimi 15 giorni”.
Domani il test arriva all’ Artemio Franchi, dove i nerazzurri troveranno – come spiegato dall’allenatore – “una Fiorentina che è in un buon momento, in una posizione di classifica difficile, ma che viene da due buone prestazioni: una estremamente positiva, contro il Milan, e una comunque solida, in casa con il Palermo. L’abilità di Delio Rossi e la voglia di tirarsi fuori dalla zona salvezza sarà la spinta maggiore che avrà la squadra e lo ha già dimostrato a San Siro. E sarà anche una partita difficile dal punto di vista ambientale”.
Da Firenze a Udine per capire se nella rincorsa dell’Inter al terzo posto in classifica vale la pena di crederci. “Si tratta di due trasferte a coefficiente elevatissimo di difficoltà – spiega Stramaccioni – per motivi diversi, con squadre diverse, ma allo stesso tempo non credo che il risultato di Firenze possa essere decisivo e lo dico anche nel caso in cui l’Inter vincesse. Quello attuale è un campionato complicato, dobbiamo ragionare partita per partita perchè vedo una stagione che potrebbe giocarsi anche negli ultimi 90 minuti. Ne mancano ancora sei, abbiamo visto come è cambiata la classifica dopo tre e adesso noi ci crediamo, però profilo basso e lavoro, lavoro e lavoro. Ho chiesto anche ai ragazzi di parlarne poco all’esterno: profilo basso, ma tanta voglia di poterci arrivare”.
Per la gara contro la Fiorentina, Stramaccioni potrà nuovamente contare su Sneijder. “Senza fare paragoni con chi mi ha preceduto, per me non voglio dire lui, ma in generale un giocatore come lui non è mai un problema, ma una tipologia di calciatore che nella nostra batteria ha delle caratteristiche uniche. Secondo me, il problema non è Sneijder, ma come sta Sneijder. Da un punto di vista tattico non è un problema, perchè per me è importante avere dei giocatori di qualità alle spalle della punta, il resto sarà valutato di volta in volta. Non è un problema tattico, potrebbe essere un problema capire come sta, quanti minuti ha nelle gambe. E’ un valore aggiunto. Se è scattata la scintilla tra noi due? Chiedetelo a lui, quello che posso dirvi è che non è il mio tipo…” (sorride)
Da Sneijder ai cosiddetti “senatori” e a che cosa possa dare in più averli in campo. “La risposta a questa domanda deve partire da un presupposto: a me è stato chiesto di vincere e io credo, voglio e proverò ad aiutare la squadra a cercare di arrivare in Champions League. Questo ora è il nostro obiettivo, non ci siamo mai nascosti. Da quando sono arrivato qui ho seguito la mia idea di gioco e la volontà di vedere con i miei occhi il valore di alcuni calciatori che fino a quel momento, non mi vergogno a dirlo, avevo visto da dietro la siepe. In questo momento cerco di mettere in campo sempre l’Inter migliore senza un occhio di riguardo alla carta d’identità, perchè questo mi è stato chiesto. E’ chiaro che se un giocatore ha lo stesso rendimento e 10 anni di meno, l’allenatore può fare una scelta lungimirante. Il nostro obiettivo è fare risultato: se io ritengo che possa riuscire a farlo schierando Zanetti, metto in campo Zanetti. Se penso che posso raggiungerlo con Obi, metto in campo Obi. Per il resto, discorsi di progetti non potete farli con me, mi auguro di poterli fare in futuro. Chi gioca, non va in campo perchè ha scritto la storia dell’Inter, ma oggi Cambiasso, ad esempio, va in campo perchè per me è il miglior interno sinistro che oggi ho. Rispetto la storia di tutti, ma metto in campo coloro che credo possano fare meglio. Qualcuno potrà pensare che sono arrivato io e metto in campo gli eroi del triplete, ma ripeto, io metto in campo i migliori non quelli che si chiamano in un modo o in un altro”.