VANITY FAIR. DEL PIERO: “È stata la stagione più complicata della mia vita: mai giocato così poco”

Un estratto della lunga intervista in esclusiva rilasciata al settimanale in cui il capitano bianconero aggiunge: ” Non so immaginare il mio futuro…”

(getty images)

Alessandro DEL PIERO ha rilasciato una lunga intervista in esclusiva al settimanale “Vanity Fair” in cui ha parlato anche del suo futuro. L’unica certezza sportiva di Pinturicchio è che dopo il 30 giugno, data di scadenza del suo contratto, lui continuerà a giocare, ma ancora non sa dove. Intanto, si intitola Giochiamo ancora anche il suo libro, un diario intimo che uscirà in libreria il 24 aprile.

Ecco le parole del capitano bianconero dal sito del settimanale: 

Dica la verità: avrebbe preferito finire la carriera alla Juve.
“Era quello che sognavo. Questi vent’anni sono stati ricchi di emozioni, con momenti straordinari e a volte duri: ho provato il brivido di scrivere quasi tutti i record bianconeri. Ormai però le cose sono cambiate”. 


Saranno cambiate, ma ultimamente ha fatto grandi gol, il pubblico la osanna. Come definirebbe questa ultima stagione?

“La più complicata della mia vita, perché mi ha messo di fronte a una realtà che non avevo mai conosciuto: la realtà di chi gioca poco o niente.Nessuno pensa di meritare l’esclusione, e per quanto io abbia sempre pensato che se gioca un altro vuol dire che se lo merita, questo non significa rinunciare a lottare per conquistare quel posto”.

Come ci è rimasto quando Andrea Agnelli, già in ottobre, ha annunciato che lei non avrebbe fatto parte della Juventus nel 2013?
“Mi ha sorpreso. Ma un capitano non deve mai dimenticare i suoi doveri e quello che rappresenta. La Juventus è impegnata al massimo per vincere campionato e Coppa Italia. Non abbiamo bisogno di polemiche, che del resto non hanno mai fatto parte della mia carriera”. 

Ma davvero sarà il suo ultimo anno in bianconero?
“Dal 30 giugno sono senza contratto. Non so immaginare il mio futuro, è un cambiamento enorme e un po’ mi spaventa, perché sarebbe come andare via di casa una seconda volta. Ma lo vivo come i videogiochi che mi piacevano da ragazzino: un nuovo livello da superare”. 

Conosceva Piermario Morosini?
“Davanti a una morte così assurda provo un senso di sgomento: la storia personale di Piermario rende questa tragedia ancora più inaccettabile, ci fa riflettere su quanto relativi siano i problemi di tutti i giorni, e quali realtà di vera sofferenza ci circondino. Non lo conoscevo ma tutti lo ricordano come un giovane buono, capace di superare le difficoltà della vita anche attraverso il calcio. Lo sport che, per tutti noi che ne viviamo, dovrebbe essere sempre e solo gioia condivisa in campo”.

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