Una sintesi dell’articolo della Gazzetta Dello Sport. Effettuata l’autopsia: esclusi l’infarto e l’aneurisma cerebrale Ma il pm D’Agostino apre un fascicolo per omicidio colposo…
Non è stato un infarto o un aneurisma cerebrale a uccidere Piermario Morosini. E’ la traduzione delle pochissime parole pronunciate dal medico legale incaricato dell’autopsia, il professor Cristian D’Ovidio che ieri ha dato i responsi dell’autopsia effettuata sulla salma. Escluse dunque le cause «macroscopiche», è di cuore che è morto quasi certamente Morosini. Si tratta per la gran parte dei casi di patologie di origine genetica e viene subito da pensare al papà di Morosini, che sarebbe morto di una malattia cardiaca. Dunque c’è la possibilità che la relazione che il dottor D’Ovidio consegnerà entro 60 giorni al magistrato si arrenda all’assenza di una causa. L’inchiesta è stata formalmente aperta ieri in Procura. Si indaga per omicidio colposo, ma «per ignoti». Il procuratore aggiunto, Cristina Todeschini, sottolinea che l’indagine sarà a largo raggio. In ogni caso gli esami su questo fronte devono ancora cominciare, l’autopsia – cui ha partecipato solo il perito della famiglia, Cristina Basso dell’Università di Padova, ma non quelli dei club in cui Morosini aveva giocato – si limita infatti a mettere in evidenza le situazioni «macroscopiche». E’ scontato che il pm Valentina D’Agostino proceda all’acquisizione della cartella clinica di Morosini con la documentazione che ha portato al rilascio dell’idoneità in tutti gli anni della sua carriera. La visita a volte non riesce a evidenziare malformazioni microstrutturali, ma sarà effettuato un approfondimento sulle carte, forse nominando un consulente. La giornata di ieri poi si è chiusa nell’incertezza sulle cause della morte del calciatore. Alla fine del pomeriggio il piazzale dell’obitorio dell’ospedale Santo Spirito si è svuotato in attesa del carro funebre che porterà la salma di Morosini prima a Livorno e poi a Bergamo.
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