Sarà un’autopsia ad «ampio raggio», quella sul corpo di Piermario Morosini, per sapere «più cose possibili», ha spiegato il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Todeschini. «Per ora sul fascicolo c’è scritto ignoti, per cautelarci il più possibile – ha aggiunto il magistrato nelle dichiarazioni riportate dall’Ansa – e l’ipotesi generica è quella di omicidio colposo. Tutto questo qualora dall’autopsia emergano ipotesi di rilevanza penale». Il medico legale avrà 60 giorni di tempo per comunicare alla Procura i risultati ufficiali dell’autopsia, mentre la famiglia, rappresentata oggi dal cugino Piergiulio Morosini, ha nominato un perito di parte, la dottoressa Cristina Basso di Padova, in rappresentanza della sorella di Piermario che è disabile. Come ha chiarito la Todeschini nel procedimento entrano solo i familiari, per ora ne restano fuori le società sportive del Livorno e dell’Udinese. Il dg Giovanni Gardini del Livorno ha comunque precisato di essere venuto in tribunale solo per tutelare la famiglia di Morosini e che il Livorno non ha chiesto nulla ai magistrati. «È un evento triste – ha poi concluso la Todeschini – cerchiamo di capire se questo ragazzo ha avuto qualcosa che proprio l’attività sportiva ha messo in risalto, perchè magari in una persona normale che non fa attività ad alto livello certe problematiche possono non emergere». La Todeschini evidentemente si riferisce anche alle eventuali familiarità del centrocampista del Livorno che ha perso il padre proprio per problemi cardiaci. In attesa dei risultati dell’autopsia sulla salma di Piermario Morosini, e mentre non si placano ancora le polemiche sulla presenza dell’autovettura dei vigili urbani del corpo di Pescara che avrebbe per qualche minuto impedito all’ambulanza di entrare in campo, è proprio il procuratore aggiunto di Pescara Cristina Todeschini a spiegare che «dalle notizie che abbiamo fin qui la rilevanza del fatto sembra inesistente»