Vera e propria “corsia preferenziale” per il testo legislativo dopo anni di empasse…
LEGGE SUGLI STADI – Dopo tanti anni di empasse la legge sugli stadi sembra essere arrivata ad un punto di svolta: infatti sembra che la legge sugli impianti sportivi ha finalmente imboccato la strada giusta verso l’approvazione alla Camera, come sottolinea l’Adnkronos. Dopo il via libera al complesso degli emendamenti, e quindi la definizione del testo finale, la proposta di legge verrà approvata in commissione in sede legislativa, ‘bypassando’ il passaggio in aula. Questo grazie all’intesa di tutti i partiti politici. A conferma di ciò arrivano le parole di Claudio Barbaro, relatore del provvedimento: “È un lavoro da rivendicare con orgoglio, perchè c’è stato un contributo corale da parte di tutti per modificare la legge”. Lo stesso Barbaro prevede un “ incontro tra senatori, deputati e il ministro competente per permettere una condotta che possa assicurare una lettura veloce. La legge è stata spesso presentata come una panacea, ma così non è perchè dove c’è la volontà e la disponibilità finanziaria le cose si riescono a fare lo stesso, come dimostra il caso Juventus. È vero, però, che la Juve a costruire lo stadio ci ha messo 10 anni. Con la nuova legge si può snellire tutto”. Un provvedimento che provocherebbe un movimento economico potenziale calcolato sul miliardo di euro, considerato che la legge fa leva sullo strumento urbanistico. “Oggi non vedo che il mondo dello sport possa produrre risultati di questo tipo”,puntualizza Barbaro. Punti chiave della manovra saranno il «Piano triennale di intervento straordinario» che prevede, “nei limiti delle risorse disponibili, la concessione di contributi destinati all’abbattimento degli interessi sul conto capitale degli investimenti. A tal fine è istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri un fondo”, e il la nuova definizione di stadio, cioè “l’impianto sportivo, purchè di almeno 10.000 posti a sedere allo scoperto e di 7.500 posti a sedere al coperto, con parti destinate alle attività culturali e commerciali della società sportiva, fra le quali le attività di vendita dei propri prodotti e dei propri servizi, l’eventuale sede legale e operativa, il museo ed altri locali destinati ad attività di ristoro, di ricreazione e di commercio. Inoltre il complesso multifunzionale può comprendere tra le varie cose altri impianti sportivi, attività ricettive, di svago, per il tempo libero, culturali e di servizio, nonchè eventuali insediamenti residenziali o direzionali tali da valorizzare ulteriormente il complesso, anche con riferimento agli interessi pubblici di riqualificazione urbana”.