Le parole del tecnico nerazzurro alla vigilia della sfida contro i fiulani….
Andrea STRAMACCIONI ha incontrato la stampa alla vigilia della sfida contro l’Udinese decisiva per la lotta all’Europa.
Ecco le sue parole riportate da fcinternews.it:
L’Udinese ha fatto benissimo finora e ha qualità.
Un valore innegabile, in casa ha fatto bene, l’attuale classifica è stata costruita specialmente tra le mura amiche e questo è un dato innegabile che dimostra le difficoltà della partita.
Com’è il suo rapporto con Moratti? Esiste un patto per la conferma?
Il patto arrivò dopo un’ora e mezza di chiacchierata dopo le due in cui abbiamo parlato di tutto, e mi ha chiesto semplicemente di vincere.
Senza Samuel chi schiererai? Come stanno Ranocchia e Juan?
L’assenza di Walter è importante, uno dei migliori difensori al mondo, ma credo che già mercoledì abbiamo trovato un nuovo equilibrio e lo troveremo anche domani sera. Ranocchia è un giocatore importante e lo ha dimostrato contro il Cagliari. Juan è interessante, è arrivato infortunato, l’ho fatto giocare in Primavera, sono certo si farà trovare pronto.
Un Milito straordinario…
E’ in un momento fantastico, non lo scopro io, sta dando una risposta che non lascia dubbi sul suo valore. Pazzini? Anche lui è stato decisivo ultimamente, anche mercoledì, ha sfiorato il gol anche a Trieste, è difficile incidere in pochi minuti ma lui è un professionista incredibile, si allena al massimo e si fa trovare pronto.
Sneijder è pronto al rientro? Maicon si opera?
Non mi risultano operazioni, penso che hanno tanta voglia di rientrare, Wes sta facendo anche doppie sedute, li aspettiamo, sono importantissimi.
Tatticamente cambierai qualcosa per affrontare l’Udinese?
Si lavora per avere un’identità e l’idea si deve mantenere perché rappresenta il Dna di una squadra. Ma in una singola partita si fanno tante valutazioni, anche tattiche, quindi bisogna trovare il giusto equilibrio L’Udinese potrebbe farci male, lavoriamo perché ciò non avvenga, senza però snaturarci. Dovremo essere un mix tra la nostra identità e accorgimenti sui loro punti di forza.
Quali sono le cose da migliorare subito?
Non credo esistano particolari ricette, in queste prime tre partite ho messo in campo soprattutto tanto lavoro, qualcosa la stiamo migliorando, qualcosa di buono si sta vedendo, teniamo per noi i difetti, ci lavoriamo, ma la strada è solo quella del lavoro senza perderci in parole. Abbiamo i problemi ma ci lavoriamo in casa.
Si pensava a uno Stramaccioni che buttava dentro tanti giovani, ma forse è impossibile pretenderlo…
Sono contento che su questa tematica risposi già da allenatore della Primavera e quindi non cambio versione. Dissi che l’Inter aveva molti giovani interessanti ma nella nostra nazione non necessariamente i migliori riescono ad affermarsi in serie A, diversamente da altri Paesi. La distanza tra una Primavera top e una squadra di A è geneticamente importanti. I giocatori che riescono ad affermarsi subito sono l’eccezione che conferma la regola, vedi Balotelli. Destro, Obi, stanno facendo bene ma se ne parla poco, quindi credo sia difficile in Italia, specie ora che si andrà verso un ulteriore ringiovanimento. L’Inter ha giovani interessanti che sono pronti e su di loro c’è un progetto di esplosione importante. Il presidente mi ha chiesto di vincere, di arrivare in Europa, io guardo il valore dei giocatori e non la carta d’identità. Non credo ci siano allenatori giovani che preferiscono un giovane solo perché lo è lui. Lo so che la nostra media è di 30 anni, è oggettivo ma io devo cercare di mettere in campo l’Inter migliore.
In altri paesi ci sono le squadre B, non sarebbe ora di farlo anche in Italia per colmare questa distanza con le giovanili?
Se ne parla molto in Italia, è una tematica di attualità, io sono il meno indicato per commentare perchè l’ultimo arrivato, ma credo che una categoria intermedia tra prima squadra e giovanili sarebbe utile. La NGS era per Under 19 ma molte squadre hanno anche l’Under 21 e l’Under 23, noi no.
Lei è stato un artefice della rinascita di Zarate, meriterebbe un riscatto?
Moratti ha dimostrato di essere intelligente perché guarda quel che accade in campo, e anche io quando ho parlato con Zarate gli ho detto che no era ancora uscito il suo vero valore. Poi Branca e Moratti valuteranno a giugno ma finora Mauro Zarate non si era visto. Viene da buone prestazioni, può crescere ancora ma sta facendo vedere perchè l’Inter ha investito su di lui. Poi non so se verrà riscattato.
Moratti dice che un allenatore dell’Inter deve essere anche un po’ “pazzo”, ti senti così?
Preferirei imprevedibile, sogno geniale, pazzo proprio non so. Per allenare l’Inter ci vuole incoscienza, questo sì, per passare da Longo a Milito, forse ha visto questa incoscienza quando mi ha incontrato.
Vincere per te è uguale a restare?
Moratti mi ha chiesto di vincere in generale, mi sembra normale, questa è la norma. Sto imparando in serie A che vincere o perdere a volte incide su una prestazione di un allenatore o un giocatore, spostando giudizi per un’inezia. La clausola con Moratti è da Inter, è normale ed è bello così. Non so se vuol dire restare, io vorrei vincere sempre, se resterò vuol dire che ho fatto bene ma io penso giorno per giorno, stiamo lavorando bene però domani andiamo su uno dei campi più difficili d’Italia e può starci anche un risultato negativo. Cerchiamo di lavorare sul campo.
Forlan avrà un’altra chance?
Non è mai stato accantonato: lui, Alvarez, Sneijder, Zarate, possono giocare dientro la nostra punta centrale, da allenatore se ce li ho tutti a disposizione sono contento, poi mercoledì ho scelto Alvarez ma non è stata una bocciatura per Forlan.
All’andata l’Udinese venne per difendersi, l’Inter provò a vincere e perse, pensa a una soluzione tattica a sorpresa?
Hai ragione, da fuori sembrerebbe che possiamo diventare la vittima perfetta per l’Udinese, ma l’intelligenza di un allenatore o una squadra metteranno in campo una squadra che vuol provare a fare la partita e lavorare affinchè l’Udinese non metta in atto le sue armi: le ripartenze, lo sfruttamento dei nostri errori e degli spazi lasciati aperti. Sogno un’Inter che mantiene la sua identità ma si adegua ai punti di forza dell’avversario. Poi tra preparare e andare in campo passa sempre qualcosa.
Preparate partita dopo partita, noi guardiamo anche i calendari e ci sono quattro trasferte difficili ma scontri diretti con Udinese e Lazio. Può essere un vantaggio?
Per come ragiono io sì preferisco essere artefice del mio destino, però siamo dietro e dobbiamo guardare la realtà, se chi è davanti non sbaglia niente siamo fuori. Quindi se posso giocarmela preferisco essere artefice del mio destino. Aspettiamo serenamente il verdetto del campo, ma preferisco lo scontro diretto anche se è più difficile che aspettare i risultati degli altri.
Guardando Udinese-Roma hai tratti insegnamenti su come affrontare i friulani?
Sì anche perchè ci assomigliamo, ho tratto degli spunti poi ogni partita vive di episodi propri.
Alla prima esperienza in A ti trovi a dover rincorrere l’Europa, devi cercare di superare anche la Roma, la tua ex squadra, ti dà sensazioni particolari, ci pensi?
“Non ci penso, non dobbiamo affrontarla, per me è una rivale per la Champions come Lazio, Udinese, Napoli. Sono stati 6 anni a Roma ma il mio presente è l’Inter e speriamo sia anche il futuro. La più in forma? E’ un campionato equilibrato ma vale anche per noi, siamo usciti con le ossa rotte da Trieste e siamo ridiventati in forma mercoledì alle 23. E’ difficile, la Roma quando esprime il suo calcio fa molto bene ma vale anche per le altre”.
Si è letto di un possibile ritorno di Leonardo, come lo vedresti come dirigente qui a Milano?
Leonardo è una persona che qui ha fatto bene, ha un valore tecnico elevatissimo, dovunque vada può far bene ed è una persona che non scopro io. Dovunque va porta un valore aggiunto.