LA GAZZETTA DELLO SPORT. Cassano:«Ho temuto di morire Pronto per lo scudetto»

LA GAZZETTA DELLO SPORT. Cassano:«Ho temuto di morire. Pronto per lo scudetto»

FantAntonio ieri ha segnato in partitella e ha raccontato quei momenti terribili: «Ma se non torno quello di prima smetto»

(Getty Images)

Cinque mesi e mezzo senza calcio possono cambiare il fisico e la testa, ma non i piedi. Ieri Antonio CASSANO ha segnato un gol in partitella che non lascerà traccia negli almanacchi ma che per FantAntonio ha il sapore della ritrovata libertà dopo quel maledetto 29 ottobre 2011, quando si sentì male appena sceso dall’aereo che lo aveva riportato indietro da Roma.
Cassano venne ricoverato in ospedale per un attacco ischemico e pochi giorni dopo subì un piccolo intervento al cuore. ««Ho avuto paura di morire– rivela a Studio Sport il barese. –Quattro giorni prima dell’operazione ho avuto tanta paura, l’idea di far soffrire i miei cari mi angosciava. Per 36 ore dopo il malore ho fatto fatica a parlare e a ricordarmi le cose. Per fortuna ora è tutto passato, ho iniziato una nuova vita».

Cassano ha avuto l’idoneità all’attività agonistica, sta bene e sabato potrebbe già essere convocato per la gara contro la Fiorentina. «Il problema può essere la forma fisica, ma non certo i piedi che sono quelli di sempre e quindi sono buoni — ha scherzato l’attaccante —. Adesso torno a giocare e se mi accorgo che sto bene okay, ma se vedo che dopo 3, 4, 6 mesi, un anno non sto in piedi, dico a tutti “ragazzi, è stato un piacere” e me ne torno a casa. Voglio che la gente ricordi il Cassano buono, non quello che fa compassione.
Mi hanno chiamato tutti: il Real, il Barcellona, Capello, Delneri, Iniesta. Ho capito quanta gente ha apprezzato l’uomo Cassano. Ma so anche che appena sbaglierò un paio di passaggi torneranno a dire che sono una testa matta. Il presidente Berlusconi, Barbara e Galliani sono stati incredibili. Ma l’uomo che mi ha salvato la vita è Rudy Tavana, che mi ha preso per i capelli e mi ha portato in ospedale. Anche Prandelli mi ha aiutato tanto perché mi ha sempre detto che mi avrebbe aspettato per l’Europeo». Chiusura dedicata allo scudetto: «Lo vince il Milan, non siamo mica qui a pettinare le bambole».

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