LUIS ENRIQUE: “Le critiche a Totti? Ingiuste. Le persone si giudicano per la stagione e non per una partita”
CONFERENZA STAMPA. Ecco le dichiarazioni del tecnico spagnolo alla viglia del match contro il Novara…
CONFERENZA STAMPA – Luis Enrique incontra i giornalisti in conferenza stampa a Trigoria alla vigilia dell’incontro di domenica con il Novara. Ecco le dichiarazioni del tecnico spagnolo.
Battendo il Novara la Roma può sperare nel terzo posto?
“Prima bisogna giocare la partita, dopo la partita vediamo se riusciamo a fare il nostro compito. Ci sono delle squadre che sono davanti a noi ed è difficile saperlo. La prima cosa importante per noi è fare i nostri compiti e vincere la partita. E non sarà facile, prima di tutto per l’avversario. Secondo per l’orario che è strano e noi è la prima volta che giochiamo a questo orario. E’ una partita difficile dal punto di vista mentale. L’importante è essere molto pronti”.
Nelle ultime 7 partite la Roma ha segnato 6 gol. Si è fatto un’idea sul perchè la vostra proposta di calcio non è ancora produttiva?
“Io penso sempre che mi interessa di più quante palle gol abbiamo fatto, mi puoi dare questo dato? Più o meno? Palle gol chiare. Penso che un allenatore debba essere o dovrebbe essere preoccupato se la sua squadra non fa palle gol. Ma non ricordo una partita in cui non abbiamo fatto 4-5 palle gol o di più, soprattutto in casa. E dopo, certo forse non abbiamo fatto tanti gol ma quando una squadra crea e fa delle palle gol è sfruttarle diventa un altro discorso. Ma non sono preoccupato per questo. E’ il sistema, il modello di gioco della Roma diventa rischioso se si commettono degli errori facili, degli errori che normalmente non devono essere fatti. Ma, se avere il pallone nella metà campo dell’avversario diventa rischioso, benvenuto il rischio. E’ quello che io cerco e lo cercherò sempre”.
Ci sono tanti infortuni muscolari, c’è qualche motivazione?
“Questo è uno sport di contatto, difficile. E’ uno sport che cade in rischi. Vedo in tutte le squadre problemi ogni settimana, che siano articolari, muscolari…E’ uno sport che ha bisogno di uno sforzo fisico grandissimo e noi facciamo di tutto per coprire questi possibili problemi. Ma non credo che abbia una sola ragione o che sia un problema di preparazione. E’ sempre così: qualche anno ce ne sono di più, qualche anno ce ne sono di meno ma se vediamo tutte le squadre ci sono”.
Dopo Milano, Totti è stato criticato. Molti si sono chiesti se lui deve ancora far parte della Roma, se fa ancora parte del progetto di Luis Enrique. Qual’è la sua idea? Molta gente ha voltato le spalle a Totti dicendo che non è più importante. Io le chiedo: è ancora importante e quanto lo è?
“La cosa che io vedo molto ingiusta è giustificare o parlare di un calciatore per una partita…io non la vedo così. Si deve giudicare, non solo Francesco ma tutti i calciatori e tutti gli allenatori, per quello che hai fatto nella stagione. Al momento, tutti sappiamo che nel calcio la cosa più importante è il presente. Chiaro che serve alla Roma, mi aspetto che serva ancora di più e che sia come è stato adesso un giocatore di riferimento. E pure questo io capisco che a Milano era una bellissima opportunità per noi ma credo che la squadra ha fatto tutto quello che poteva fare lì contro una squadra grandissima che abbiamo visto pareggio quattro giorni contro il Barcellona, la squadra più forte del mondo. Noi siamo, quasi, riusciti a fare una bella figura lì per quanto riguarda il risultato. Credo che non è tutto bianco o tutto nero, come normalmente si vede in questo in calcio e noi stiamo facendo il nostro lavoro e piano piano, alla fine della stagione si vedrà cosa abbiamo fatto tutti, tutti…io per primo e tutto il resto. E niente…continuiamo: mancano queste nove partite, una sfida interessante e adesso è importante che i giocatori non si rilassino e pensino che sia una partita vinta perchè non è così…non è così per niente. Sarà una partita difficilissima e voglio essere con la mentalità giusta per vincere questa partita”.
L’abbiamo vista a Milano, soprattutto nel primo tempo, molto nervosa in panchina. Sembrava molto insoddisfatto dell’atteggiamento della squadra. Poi l’abbiamo sentita dire in partite vinte come contro il Palermo e il Genoa che con quella proposta di gioco non si sarebbe andati lontani. Come mai, dopo tanti mesi, la squadra ancora non riesce a capire cosa lei vuole, che atteggiamento deve avere nell’arco di tutti i novanta minuti?
“…(Lungo silenzio,ndr) Aspetta che sto pensando, devo pensare…Perchè sono un allenatore cattivo, , è per quello che non lo capiscono. Era quello che volevi sentire? No?”.
E’ lei che è venuto a dire davanti alle telecamere che non era contento della squadra.
“Si quello mi succede. Guarda, non ero nervoso nel primo tempo, io vivo la partita con la mia intensità. Qualche volta mi arrabbio se vedo qualcosa che,per chiunque può essere una cosa strana o magari un dettaglio con cui ho parlato con il calciatore, durante la partita non lo fanno mi arrabbio. Ma mi arrabbio perchè voglio di più. Ma capisco che per il calciatore dentro al campo è molto difficile. Tu che vedi la situazione da fuori, si vede tutto benissimo, tutto… Io sono stato in tutte e due le situazioni e capisco. Ora non si significa che non mi posso arrabbiare con un giocatore che ha sbagliato ma lo capisco benissimo e non ho problema e forse rimarrò qua non cinque ma dieci anni. E dopo dieci anni mi dirai ‘Perchè non capiscono quello che vuoi?’. Perchè questa non è matematica, questo è uno sport difficilissimo, uno sport che si gioco in una superficie di gioco incredibile, uno sport che non si controllare tutte le situazioni di gioco…e questo succederà. E succederà al signor Ferguson al Manchester e uno potrà dire ‘Come c**** fanno a non capire che questo sta qui da anni e non giocano come vuole?”. E questo sarà sempre così, ma se vuoi la risposta che sono un allenatore cattivo, io te lo detto. Sennò parliamo di un’altra cosa”.
Lei ha schierato Bojan sempre a partita in corso. Che cosa è mancato a lui per sfondare?
“Non mi piace parlare dei singoli. Bojan è un giocatore importante ma io vedo che aspettiamo troppe cose dai giocatori giovani. Lui sta lavorando ogni giorno e penso che possa diventare un grande giocatore. Sono contento per come si allena e sono soddisfatto ma mi aspetto che faccia di più. Avrà le sue opportunità”.
Sta ponendo rimedio ai problemi della difesa?
“Quando sbagliamo, sbagliamo tutti. Se ho parlato in passato della difesa parlavo di errori di tutta la squadra e mi metto in mezzo anche io. Ogni giorno lavoriamo per migliorare. Quando succede vediamo perchè è successo e cerchiamo di capire i motivi”.
Che idea si è fatto di Baggio?
“E’ un grande. Come giocatore non ne parliamo, io ne ho sofferto anche al Mondiale. Sono sicuro che diventerà un grande allenatore e per me dovrebbe essere sempre nel calcio”.
Ad oggi, quale è il suo rapporto con il calcio italiano?
“Chi è il ‘calcio italiano’? Ho sempre fatto i complimenti agli allenatori che si sono complimentati con me ma non mi sento l’unico allenatore straniero in Italia. Non lo so, forse rimango qui 10 anni. Sono contessisimo qua”.
Totti e Pjanic ci saranno? De Rossi giocherà con Kjaer?
“Si domani giocherà difensore centrale. E’ una garanzia e lo puà fare. Totti e Pjanic avevano qualche problemino e spero che oggi siano a disposizione”.
Si può arrivare al livello del Barcellona?
“Non cerchiamo di giocare come il Barcellona, è impossibile. Il modello di gioco che più ti avvicina alla vittoria è quello che più si avvicina ai tifosi facendo un gioco che ti porta vicino alla porta. Così ho fatto alle squadre dove sono stato e quello che sto facendo qui. Fare quello che fa il Barcellona è impossibile. Il Barcellona ha delle caratteristiche chi si adatta ai giocatori e noi un modello che si adatta ai nostri”.
Che cosa la preoccupa del Novara?
“Mi preoccupa la mia squadra: dobbiamo arriavre con la mentalità giusta. Se non lo facciamo il Novara sarà ancora più pericoloso”.
Che cosa pensa di Stramaccioni?
“Non lo conoscono. So che ha lavorato qui e ha fatto bene sia qui che all’Inter. Non lo conosco e non posso parlare di come lavora. Alla fine non penso che cambi essere giovani o meno, la cosa importante è la qualità. E la stessa cosa vale per i giocatori”.