GAZZETTA DELLO SPORT. VuciniCiclone «Coppa+scudetto Juve, io ci credo»
Dai fischi ai gol decisivi: Mirko diventa leader bianconero. «Più autostima per vincere tutto»
La Torino bianconera si è risvegliata più felice, serena, nuovamente in una finale che conta. Non accadeva da sette anni, Supercoppa italiana 2005 persa contro l’Inter. L’ultimo trofeo in bacheca, al netto di Calciopoli, è datato estate del 2003, altra Supercoppa italiana, però vinta ai rigori contro il Milan. Andrea Agnelli, Beppe Marotta e Antonio Conte hanno restituito alla città una squadra da grandi sogni. In generale, cresce la passione del popolo più numeroso d’Italia: ieri Vinovo era coperta di bandiere e invasa da tifosi provenienti da tutta Italia; lo «Juventus Stadium» è di fatto esaurito da qui a fine stagione; infine, la società è già sommersa dalle richieste di biglietti per l’ultimo atto di Coppa Italia in programma il 20 maggio a Roma. Insomma, la Juve è tornata a essere un Fenomeno. In tutti i sensi. La copertina di Coppa se la prendono Alessandro Del Piero e Mirko Vucinic. Eroe della serata soprattutto il montenegrino, gol qualificazione alla Ibra («ma un colpo simile c’è da sempre nel mio repertorio»), genio indolente, picchi da top player, pause alla Celentano. Una specie di fuoriclasse part-time, che se per sbaglio dovesse trovare continuità in questo finale di stagione, potrebbe anche far saltare il banco scudetto. Fischiato in casa col Chievo, sono poi arrivate in serie le prestazioni super con Bologna, Genoa, Fiorentina e appunto Milan. «La gente paga il biglietto e può fischiare chi vuole — dice il 28enne attaccante —. Io non giocai bene con i gialloblù, ma quella fu una delle pochissime volte. Per il resto, penso di aver sempre fatto il mio dovere, sacrificandomi per la squadra come chiede il mister». Lavoro in effetti impegnativo sulla fascia, un po’ alla Eto’o mourinhano. Il giorno dopo, Mirko da Niksic se l’è goduto di fatto in famiglia. In mattinata un leggero defaticante, poi casa, passeggiata in centro e pranzo nel locale gestito dal fratello di Conte. Da quelle parti, intorno alle 14, passano pure Pirlo, Lichtsteiner e lo stesso mister bianconero. Tutti grandi protagonisti in una stagione che non finisce mai di stupire. «E sarà bello tornare a Roma per giocarmi una finale importante — spiega Vucinic nella notte di Juve-Milan —. Lì, ho passato cinque anni indimenticabili». Chiama a raccolta i tifosi della Juve, «che ci daranno una grande mano anche all’Olimpico, come hanno sempre fatto. Io voglio questa coppa». Così come non ha ancora abbandonato il sogno scudetto, «perché la qualificazione sul Milan può avere effetti importanti anche in campionato. Cresce l’autostima e possiamo davvero prenderci tutto. Però, non dobbiamo più lasciare punti dove non vanno lasciati».