CORRIERE DELLO SPORT. CAVANI: “Lo dovevamo ai tifosi”
La marcia su Roma comincia, idealmente, alla mezz’ora d’una serata speciale, onorata da quel fenomeno paranormale che una ne fa e un’altra ne pensa: e il mata-d’or che si lancia con la testa tra le nuvole, e dopo quindici anni trascina con sé in una finale di Coppa Italia una città intera, è l’espressione della felicità più estrema, un famelico predatore d’area di rigore che al sessantesimo guizzo della sua stagione partenopea può gonfiare il petto: «Era quello che volevamo, uno dei nostri obiettivi, e possiamo essere fieri di quello che siamo riusciti a fare. Ma adesso viene l’appuntamento più duro, ci penseremo quando sarà il momento. Siamo orgogliosi di essere stati capaci di regalare a noi stessi e a quei sessantamila tifosi che ci hanno sostenuto una soddisfazione così grande». Napoli 2, Siena 0: ma guai sospettare, anche per un solo istante, che sia stata una passeggiata, che il timbro sulla finalissima dell’Olimpico di Roma con la Juventus sia stata raccolta nel corso di una salutare passeggiata. Napoli 2, Siena 0 ma con il cuore in gola, tirando fuori un’anima anche proletaria, sudando tanto dopo aver corso come matti per contenere un’avversaria indomabile e scapigliata, capace d’uscire a testa dal san Paolo e con i complimenti d’un Cavani, galantuomo fino in fondo: «E’ stata dura, molto dura ma adesso è ancora più bello, perché conquistare una finalissima in questo modo ti appaga ancor di più. Però va sottolineata la prestazione del Siena, che ha giocato una grandissima partita sino all’ultimo secondo, che ci ha costretto a sacrifici enormi. Abbiamo scoperto, in tal modo, l’altra faccia del Napoli, quella d’una squadra che non illude mai e che per arrivare dove vuole sa spendere tutte le proprie energie». Roma è la (prossima) scadenza già fissata, l’appuntamento con la Storia per aggiungere un altro entusiasmante capitolo: sarà Juventus-Napoli, sarà l’autentica madre di tutte le partite, sarà una nottata da attraversare con l’ardore d’un anno intero, dell’ultimo biennio, in cui quel Cavani che sbatte fuori il Siena con il suo sessantesimo autografo da principe del gol. «Siamo stati bravi davvero, perché serviva resistere ed abbiamo resistito. Ci siamo già garantiti la partecipazione all’Europa League ma noi vogliamo altro: la Juventus arriverà verso fine maggio, avremo due mesi circa per concentrarci su questo match; ora dobbiamo pensare al campionato, perché il terzo posto è un traguardo che ci siamo posti. Speriamo di farcela, sappiamo che non sarà semplice, perché bisognerà raccogliere le forze. Ma siamo duri, siamo tenaci» . Eh già, vinci una, conquisti due: perché sino al 14 maggio, ultima di campionato, a far da mongolfiera sul Vecchio Continente provvederà la garanzia di essere in Europa League, l’ingresso (secondario) tra le grandi e comunque l’alternativa a quel terzo posto che Cavani nasconde sotto al proprio cuscino: «Questa vittoria è un premio per tutti noi e per la nostra gente. Sarà bellissimo potersi giocare la Coppa Italia con la Juventus, in uno stadio che prevedo pieno di nostri tifosi. Ma ora pensiamo al Catania e al terzo posto» . I matador son fatti così, golosi e insaziabili, sessanta gol dopo.