POLITICA E CALCIO. Maroni accusa la Cancellieri di aver abolito la Tessere del Tifoso per far contenta la Roma
Uno stralcio dell’articolo de Il fatto quotidiano a firma Malcom Pagani
Qualche giorno fa su Facebook (a ogni tempo le proprie piazze) Roberto Maroni derubricava la cancellazione della tessera del tifoso (sostituita in fidelity card anche se il capo della polizia, Antonio Manganelli, nega) alla resa dell’ex prefetto a logiche di calcolata passione: “Hanno vinto le tifoserie violente e le società come la Roma, di cui è tifosissima la ministra Anna Maria Cancellieri, che mai avevano accettato le regole”.
Il presente richiede prontezza di spirito. Legislazioni da manipolare. Un controllo più discreto di quello che Giulio Andreotti esercitò sulla Roma (da Franco Evangelisti, “A Frà che te serve?”, numero uno nel ’65, a Giuseppe Ciarrapico). E a niente serve il folklore che spinse due allievi del “Divo” in cortocircuito come Luciano Gaucci e Vincenzo Matarrese lontani dai fasti della Dc (era il ’99, suo fratello Tonino fu cinque volte deputato) a un passo dallo scontro fisico a Perugia. Matarrese sul predellino, provocatorio, all’attacco per il suo Bari: “Gaucci, siamo di serie A” e l’altro che divincola il quintale dalle guardie: “Lasciami, gliene devo dire quattro” per poi tracimare sotto la pioggia: “Vai a fare in culo te e tuo fratello, venduto, zozzone, cornuto, figlio di mignotta, li mortacci tua”.