GAZZETTA DELLO SPORT. Super Buffon Tutti i segreti della rinascita

GAZZETTA DELLO SPORT. Super Buffon Tutti i segreti della rinascita

Una telefonata di Conte, il lavoro a Vinovo: così Gigi è tornato il migliore

(Getty images)

Bastava una telefonata. Perché Gigi Buffon è un ragazzo di poche pretese e grandi valori. Per lui una stretta di mano vale più di un contratto, una chiacchierata sincera conta più di tanti salamelecchi. A fine maggio Gigi era immerso nei preparativi per il matrimonio. Squillò il telefono e dall’altra parte c’era Antonio Conte. Un altro che parla chiaro e non fa giri di parole: «Gigi, dobbiamo rifare grande la Juve. E tu sei la prima pietra». Discorso quasi biblico che cambia la storia: di Gigi e della Juve. Parlare oggi di rinascita di Buffon è terreno scivoloso, perché perfino a un fenomeno come lui deve essere concesso un periodo di flessione. Soprattutto quando è legata a un infortunio. Troppo in fretta era stata dimenticata l’operazione alla schiena e troppo in fretta si è preteso che Gigi tornasse a fare la differenza. Buffon ha un po’ sofferto alcune critiche e l’ha dichiarato senza grossi problemi a dicembre nella pancia dell’Olimpico, pochi minuti dopo aver parato un rigore a Totti. E quella non è stata l’unica prodezza stagionale. Buffon è stato bravissimo sempre ed eccezionale soprattutto contro il Milan (su Boateng), il Palermo (su Ilicic, due volte), il Novara (su Rigoni), l’Udinese (su Armero) e il Genoa: domenica scorsa Palacio gli è spuntato davanti dopo appena venti secondi, quando la concentrazione magari non è ancora al top. L’argentino ha disegnato un pallonetto che sembrava una sentenza, ma Gigi ci è arrivato e ha evitato che la partita della Juve si mettesse in salita. Al di là delle parate, Buffon ha ricominciato a fare l’illusionista: quando c’è lui, la porta sembra più piccola e gli avversari hanno paura di sbagliare. Perfino l’episodio più controverso della stagione, che quasi ogni giorno viene ricordato da qualcuno del Milan, dimostra l’eccezionalità del rendimento di Buffon: la doppia parata su Mexes e Muntari, anche se la palla aveva varcato la linea, resta una prodezza assoluta che nessun altro portiere in Italia e probabilmente nel mondo avrebbe potuto fare. La telefonata estiva di Conte, quindi, è andata a solleticare l’orgoglio del campione, che poi ha cominciato a lavorare molto duramente in allenamento. Il lavoro con Claudio Filippi, il preparatore con cui va molto d’accordo, ha completato l’opera. Ogni allenamento è una sfida, ma anche un divertimento proprio perché il lavoro è durissimo ma anche vario. Con la macchina sparapalloni Buffon si esalta e il confronto costante con un ottimo portiere come Storari è altrettanto importante. Buffon è tornato a far apparire semplici le cose difficili: una virtù dei fuoriclasse. Che hanno anche un’altra caratteristica: vincere. Gigi ha un’enorme voglia di riuscirci con la Juve e con l’Italia. Tempo fa disse di avere un sogno (arrivare fino al Mondiale del 2018: per lui sarebbe il sesto, un record assoluto) e un obiettivo: «Vincere lo scudetto alla Juve varrebbe più di 1 milione e 200 mila scudetti vinti altrove». Frase di qualche mese fa. Oggi probabilmente la seconda cifra sarebbe più alta

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