GAZZETTA DELLO SPORT. Gervasoni 8 ore dal pm Altre partite e giocatori entrano nell’inchiesta
Verbale secretato, ma l’ex difensore avrebbe risposto a tutte le domande e fornito nuovi elementi a partire da Lazio-Genoa
Carlo Gervasoni non si ferma più, la sua collaborazione è totale e piena di particolari. E da ieri sera ci sono altri giocatori e club che tremano. L’ex difensore del Piacenza non è più l’uomo duro che, in estate, negava ogni coinvolgimento nel calcioscommesse e giurava di non avere avuto contatti con gli Zingari. Gervasoni è cambiato nel momento in cui, il 19 dicembre, ha provato l’esperienza del carcere. Dura, devastante. In quel momento ha deciso di togliersi la maschera e di confessare tutto quello che aveva fatto e tutto quello che aveva sentito. Grazie (soprattutto) alle sue parole, la Procura di Cremona ha potuto iscrivere nel registro degli indagati 41 persone. E altre, probabilmente, ci finiranno presto. Gervasoni è rimasto nell’ufficio del procuratore capo Roberto di Martino per otto ore, molto di più di quello che lo stesso pm aveva messo in preventivo. Da fonti investigative si è riusciti a sapere che Gervasoni ha parlato di un certo numero di nuove partite e di nuovi fatti, rispetto ai tanti già rivelati al gip Guido Salvini il 22 dicembre (due ore) e allo stesso Di Martino il 27 dicembre (quasi sei ore). E probabile che abbia anche fatto i nomi di nuovi giocatori coinvolti. Avrebbe anche precisato meglio i contorni di partite, piccole e grandi, già al vaglio degli inquirenti. Ma adesso le sue parole andranno verificate. Nei precedenti interrogatori Gervasoni aveva spiegato come era entrato in contatto con la cosiddetta banda degli Zingari, come aveva cominciato a truccare le partite (quattro all’AlbinoLeffe nel 2009) e come aveva continuato a barare, fino ad Atalanta-Piacenza 3-0. Ma Gervasoni si era spinto oltre, raccontando di aver saputo dagli Zingari di altre (presunte) combine. Come quelle di Palermo-Bari, Lazio-Genoa (ha fatto i nomi di Mauri e Milanetto), Lecce-Lazio, Siena-Piacenza e di Chievo-Novara di Coppa Italia. Il procuratore Di Martino ha lasciato la Procura dicendo soltanto che l’interrogatorio è stato «abbastanza soddisfacente». Ma tutto fa pensare che sia stato, invece, un’altra bomba. Pronta a esplodere