CORRIERE DELLA SERA. Linea Agnelli: «Noi siamo la Juve lotteremo contro tutto e tutti»
Non crede al complotto: «Ma il conto dei falli non torna»
Soli ma combattivi. «Noi siamo la Juve e dobbiamo essere in grado di lottare contro tutto e tutti». Il giorno dopo il silenzio fragoroso di Genova è Andrea Agnelli a spiegare la linea della società. Toni e parole sono risoluti ma non esagerati. Più che ingigantire il senso di accerchiamento, è l’ora di aumentare quello di appartenenza. Il momento esige fermezza e signorilità. Tanto più che c’è Michel Platini in visita allo Juventus Stadium. «Ci ha fatto i complimenti e ha detto che il nostro stadio, bello e funzionale, è un esempio italiano in Europa». Monsieur le president si è emozionato davanti alla sua stella: «Mi sarebbe piaciuto giocare qui con la mia Juve. Chi vince lo scudetto? Ma la Juve… Perché? Io sono bianconero. Il Milan sta giocando abbastanza bene, meglio della Juve che era in testa. Peccato, perché ha sbagliato qualche partita e ha pareggiato. Ma non è ancora finita». Non è finito il campionato e neanche la battaglia juventina per il rispetto. Il silenzio di Marassi durerà fino a venerdì — cancellata anche la chat con i tifosi di Lichtsteiner —-, vigilia della partita con la Fiorentina. Dalla società dei Della Valle trapela una certa preoccupazione per la sfida del Franchi: si riconosce la validità delle proteste bianconere, ma si spera in un arbitro di buon livello che non si faccia condizionare dal clima di questi giorni. Spiega Andrea Agnelli: «È stato un momento di riflessione. Quello che abbiamo già espresso non cambia. Ma in questo passaggio particolare, anche di fronte ai tanti commenti che quelle parole hanno suscitato, abbiamo pensato di non ripeterle». Però è come se l’avessero fatto. «Riportare la Juve al successo» è l’obiettivo del nuovo corso cominciato nella primavera del 2010 con il ritorno di un Agnelli in corso Galileo Ferraris. «Ma è un’operazione che comporta un grande sforzo e lo stiamo affrontando. Con la consapevolezza che dobbiamo essere in grado di lottare contro tutto e contro tutti. La Juve non dà fastidio, diverte e ci rende orgogliosi. Noi facciamo il nostro mestiere e vogliamo competere per vincere». E a questo punto non si può non affrontare il problema arbitrale. Per Agnelli e la Juve esiste, ma non deriva dalla battaglia scatenata dalla società (ricorsi, denunce, richieste di risarcimento danni) per la rilettura delle vicende legate allo scudetto 2006. «Calciopoli non c’entra, è un atteggiamento che è cominciato fin dalla prima giornata di campionato». Secondo il presidente bianconero non c’è un complotto e la Juve non sta pagando i torti arbitrali. Però ha messo insieme una serie di calcoli: «Abbiamo una tabella che misura la nostra permanenza nell’area avversaria e confronta i falli commessi e quelli fischiati: c’è un evidente sbalzo a nostro sfavore».