Tre come le giornate di squalifica che ha dovuto scontare. Tre come i gol che gli permettono di raggiungere Antonio Di Natale in cima alla classifica dei marcatori con 18 sigilli. Tre come le reti che in Italia segnò solo nel 2005 (17 aprile) con la maglia della Juve al Lecce. E il Milan va a vincere laddove non riusciva dal 26 febbraio del 2006 (all’epoca segnarono a Palermo Inzaghi e Shevchenko). Zlatan Ibrahimovic, dopo lo schiaffo ad Aronica, è tornato. «La squalifica gli ha fatto bene», osserva Massimiliano Allegri. «Questo successo è un messaggio per noi: stiamo bene, dobbiamo continuare. Giochiamo con fiducia e lo stiamo facendo bene» racconta a fine partita il gigante svedese che si è guadagnato il pallone della partita. «Lo faccio firmare a tutta la squadra e poi lo do ai miei bimbi per giocare. Sono contento, abbiamo vinto una partita importante».
Non ha molta voglia di tornare sugli episodi che hanno preceduto e sono seguiti alla gara con la Juve. Ibra è pragmatico: «Quello che è successo, è successo. Secondo me la squadra meritava i tre punti con la Juve: alla fine hanno fatto gol ma mancano ancora tante partite. Di certo il Milan ha dimostrato di essere forte anche senza di me». E ora la Champions: «Andiamo all’Emirates per passare il turno». E dire che dopo aver completato la sua serata perfetta, Ibrahimovic al terzo gol si era girato verso la panchina e aveva ringhiato ad Allegri «cambio».