GASPERINI sulla sua parentesi all’Inter: “Penso che meritassi di essere sostenuto in modo diverso”

GASPERINI sulla sua parentesi all’Inter: “Penso che meritassi di essere sostenuto in modo diverso”

Le parole dell’ex tecnico nerazzurro a Sky Sport 24

(Getty images)

Gian Piero Gasperini si racconta in esclusiva ai microfoni di Sky Sport 24 in un’intervista in cui parla dela sua esperienza sulla panchina nerazzurra.

Ecco le sue parole: 

Passata l’arrabbiatura per l’esonero dalla panchina dell’Inter?

L’arrabbiatura è chiaro che esiste, soprattutto i primi giorni, poi magari andando avanti sentire anche certe ipocrisie e certi commenti ti da’ fastidio. La cosa che mi dava fastidio era sempre questa cosa che l’Inter aveva avuto un inizio disastroso. Sì, è vero, siamo partiti male, abbiamo perso 3 partite ma tre partite in un campionato di 38 dove ne sono già state giocate 25 hanno un’influenza relativa. Non può essere stato l’alibi o la causa di tutti i mali. Per troppo tempo ha fatto comodo questo fatto, come ha fatto comodo la difesa a tre, che sembrava la causa di tutti i mali. E poi dopo il tempo magari fa vedere le cose diversamente. Sui moduli tattici e di gioco secondo me si è parlato tanto a sproposito.

Cosa pensa di Moratti, dell’Inter, di Ranieri e del futuro dell’Inter?

Mi avvalgo della facoltà di non rispondere (ride, ndr). Un allenatore quando non va bene può essere esonerato però troppi alibi, proprio il trionfo degli alibi buttati un po’ troppo addosso a me. Potevo non andar bene, potevo non essere magari quello che loro pensavano. Quando io sono arrivato all’Inter non avevo mai conosciuto né Moratti né Branca, la prima volta che ho parlato con loro è quando mi hanno chiamato quindi non è che ci sono arrivato perché eravamo amici o perché andavamo a cena insieme. E quindi penso di essere arrivato all’Inter perché loro avevano creduto, in base a quello che avevo fatto nella mia carriera, che fossi l’allenatore che potesse andare bene per loro. In questo, penso che meritassi di essere sostenuto in modo diverso. Per me,  un altro alibi che è caduto è quello dei giocatori vecchi. Abbiamo avuto l’esempio di Pirlo: Pirlo più o meno ha la loro età, è andato in una squadra dove ha ritrovato motivazioni, voglia di allenarsi, gioca nella Juventus e in Nazionale. Non credo che un giocatore a 32-33 anni non sia più in grado di giocare, magari non sarà quello di qualche anno prima, ma è ancora in grado di essere altrettanto valido. Poi quelli, secondo me, sono giocatori ancora forti, però l’ambiente nell’insieme, forse hanno vinto troppo, li porta a fare grandi cose positive e grandi cose negative. Questa mancanza di equilibrio è forse la causa principale di tutto. Quando capita di vincere come ha fatto Mourinho in modo straordinario è normale che lasci un grande ricordo, una grande attesa. Dico che in questo momento è quasi irripetibile, si sono create anche tante situazioni tutte favorevoli che hanno portato a quel Triplete.

Oggi per lei, è più facile dire forza Juventus o forza Inter?

Devo trovare un’altra squadra, mi devi dire una terza squadra (ride, ndr). Forza Genoa sicuramente sì, sempre.

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