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HEINZE: “L.Enrique pone poche regole che vanno rispettate. Il derby? Non salva una stagione”

Gabriel Ivan Heinze incontra i giornalisti in sala stampa a Trigoria nella settimana che precede il derby. Ecco le dichiarazioni integrali (parola per parola) del giocatore argentino, trascritte fedelmente dall’audio della conferenza:

Ti sei mai confrontato con Luis Enrique sull’organizzazione difensiva? Voi giocatori più esperti avete provato a convincere Luis che era sbagliato escludere De Rossi?
“Per quanto riguarda il primo punto mi piacerebbe sapere lei cosa intende per difesa o per organizzazione difensiva, perchè una difesa non è composta solo dai difensori, ma da dieci calciatori che devono impegnarsi collettivamente per far funzionare la squadra. Per quanto riguarda i primi due gol a Bergamo, sono state situazioni in cui si è vista una superiorità dell’avversario, sono state più che altro  giocate di contropiede in cui abbiamo commesso qualche errore, io in particolare me ne assumo tutta la responsabilità, del resto avevamo giocato altre partite in casa e avevamo giocato bene. In questa partita invece non è andata in questo modo ma secondo me non sono questi i prolemi. A me piace il calcio e ritengo che i problemi possano essere altri.  Con Luis parlo di tutto, naturalmente rispettando i reciproci compiti,  ovviamente gli parlo della difesa essendo un difensore, ma così come gli parlano gli altri miei colleghi di reparto. Tra noi esiste quello che è il normale rapporto tra un calciatore e un allenatore. Per quanto riguarda De Rossi, quello che posso aver detto nello spogliaotoio o in un ufficio, per quello che è il mio modo di essere io parlo sempre in privato e con la massima riservatezza, non devo trasmettere nessun messaggio attraverso la stampa”.

La società ti ha fatto un’offerta per il rinnovo di contratto o è una cosa automatica? Pensi di rimanere a Roma per un pò di tempo?
“Non è successo ancora niente. Oggi questo non è il problema, non è nè il mio obiettivo nè quello della società. Mancano ancora tante partite. Sia io che la società oggi pensiamo soltato a fare bene le cose, siamo concentrati sulla prossima partita. I contratti hanno valore o acquisiscono importanza quando si concretizzano. Quello che viene detto prima o dopo lascia il tempo che trova”.

Il derby è alle porte. E’ la partita che può ricucire la stagione? Credete al sogno Champions League?
“Una partita non salva una stagione. Ho avuto la fortuna di giocare molti derby, li ho vinti e li ho persi e non ho mai salvato o sprecato una stagione per una singola partita. Quello che conterà per salvare la stagione è il risultato finale al termine della stagione. L’importante sarà raggiungere gli obiettivi che si è posto il club e che noi ci siamo posti. Naturalmente il derby resta una partita speciale per tutti i motivi che sappiamo. Per la Champions, sono una persona che ha sempre preferito guardare ad una partita alla volta. Se mi chiedete in questo momento qual’è la classifica che occupa la Roma neanche lo so, quello che mi interessa sono le partite di fine stagione, che determinano la posizione finale della squadra”.

Lei è uno dei calciatori più esperti della rosa. Ha notato che la Roma manca di personalità nelle partite in trasferta? Come mai c’è questa differenza tra le partite in casa e in trasferta?
“Innanzitutto vorrei dire che se una squadra ha una personalità in casa la dovrebbe avere necessariamente anche fuori. Va detto che questa è una squadra nuova che ha cambiato tanti calciatori, calciatori che hanno cambiato cultura, paese e tipo di calcio e adattarsi a tutto questo comporta del tempo. Se qualcuno tra voi questo non lo capisce mi dispiace, ma io che ho giocato tanto all’estero vi posso assicurare che è così e che è un fattore che influisce anche sul rendimento. Si  è vero magari questa squadra ha denotato che gli manchi ancora un pò di personalità, ma non è soltanto questo: gli manca un qualcosina in termini di convinzione nel sapere di poter andare a vincere in tutti i campi, anche in trasferta ma quello arriverà con il lavoro e con il tempo”.

Le è mai successo nella sua lunga carriera un caso come quello di De Rossi?
“No, è la prima volta che mi succede”.

La Roma arriva destabilizzata al derby dopo quanto successo a Bergamo? Perchè senza De Rossi la Roma ha diverse lacune, anche difensive?
“La risposta l’avrete domenica. Quello che posso assicurarvi e che io e il resto dei compagni lavoreremo al massimo per arrivare bene a questo derby. Poi avremo tutte le risposte alla fine della partita. Per quanto riguarda il discorso di De Rossi, abbiamo giocato bene anche senza di lui. Ovviamente è un giocatore importante, sul quale non mi dilungherò perchè tutti lo conosciamo. Ma in ogni caso la sua assenza non può essere un alibi per una brutta prestazione”

Le due peggiori prestazioni della Roma in questa stagione sono state quelle di Firenze e Bergamo e in entrambi i casi c’erano stati provvedimenti disciplinari del tecnico. E’  solo un caso o il gruppo non riesce a metabolizzare certe decisioni dell’allenatore?
“Il calciatore professonista deve sapersi adeguare  a quelle che sono le decisioni del mister, che in fin dei conti è quello che comanda. Non credo che le sue decisioni abbiamo determinato la prestazione negativa della squadra. Quello che è vero che quando situazione del genere dovessero verificarsi, il gruppo deve essere in grado di reagire meglio. In ogni caso questo non può essere una scusa per una prestazione negativa”.

E’ differente il regolamento della Roma da quello delle squadre in cui hai giocato?
“No, non credo. Sono stato in tanti club in cui non c’era il ritiro nè in casa nè in trasferta e in club dove c’erano 3 giorni di ritiro, ma tutto dipende dalla vita personale che fa il professionista. Luis Enrique pone poche regole che però bisgona rispettare, siamo nel 2012 e bisgona ssere più professionali che mai”.

La scelta della società di esternare le cose che avvengono all’interno può destabilizzare la squadra?
“No no, in questo gruppo non ci sono problemi di nessun genre. E’ difficile spiegarvelo e quando filtrano notizie non vere è difficile spiegare quello che è successo. Non ci sono stati problemi nè prima con Osvaldo nè ora con De Rossi. E’ un gruppo con nobiltà d’animo e adesso deve essere più unito che mai”.

Perchè per gli avversari è così facile mettervi così in difficoltà?
“L’allenatore avversario fa il suo lavoro e fa di tutto per farci del male. Noi abbiamo un modo di giocare molto chiaro con il possesso di palla, vogliamo andare a prendere l’avversario nel suo campo. Il fatto di salvare la stagione, si vedrà a fine campionato quando i fatti sul tavolo parleranno da sè”.

Redazione Sportiva