GAZZETTA DELLO SPORT. Romagnoli, la svista gli costa la carriera. Tagliavento a riposo
Il guardalinee di Milan-Juve rischia grosso
La carriera di Roberto Romagnoli ha imboccato il binario morto al minuto 25 di Milan-Juventus. A fine stagione sarà dismesso con tanti ringraziamenti per i 10 anni trascorsi alla Can A, ma nella memoria di tutti resterà il fantasma di un gol dentro di oltre mezzo metro. «Indifendibile», è stato il giudizio a freddo dei vertici arbitrali, come riporta La Gazzetta dello Sport.
Non solo, non è da escludere che Romagnoli non riveda più il campo: quella di San Siro potrebbe anche essere l’ultima gara. Dipenderà da come girerà la stagione. Il designatore Braschi potrebbe evitare a Romagnoli questa umiliazione, concedendogli un’ultima passerella in A: magari una partita di fine stagione senza nessun obiettivo in ballo.
Ieri l’assistente è rientrato a casa, dopo aver trascorso una notte quasi insonne a Milano. Ha rivisto le immagini ed è rimasto senza parole. Non sa darsi una spiegazione: il dispiacere più grande è quello di aver indotto all’errore Tagliavento.
Meno complicata la posizione di Tagliavento, ma non così tranquilla. Al fischietto di Terni saranno ritornate in mente le parole di Al Pacino nel film Ogni maledetta domenica che Braschi aveva fatto appendere nelle stanze degli arbitri durante il raduno di Sportilia: «O risorgiamo come squadra, oppure cederemo…».
E’ un paradosso, ma se si fosse trattato di una gara di Terza categoria (dove tutte le decisioni sono di pertinenza dell’arbitro), quel gol sarebbe stato assegnato. E invece era Milan-Juve e Tagliavento si è fidato del collaboratore, meglio piazzato e con certezze di cartapesta. Un gioco di squadra che gli costa caro: Braschi presenterà un conto pure all’arbitro. Stop di un paio di settimane, non di più.