Come su un set cinematografico: Ranieri sul filo, scena prima, settima, ciak, si gira. Claudio Ranieri che «salta se non vince» è un film continuamente in replica, un vedere e rivedere, un provare e riprovare, un copione per ora senza conclusione.
Visto di peggio «Ma io non sono infastidito da tutto questo perché fa parte del costume italico – dice il tecnico dell’Inter riferendosi alle voci di esonero in caso di altro kappaò -: io penso alla partita e non mi sento a rischio. Di certo in carriera non mi era mai capitato di perdere 6 partite di fila».
Abbraccio Insomma: nell’ennesima vigilia da panchina tremebonda, Claudio Ranieri sparge slogan, certezze e anche verità che però potrebbero essere mascherate. Chissà. «Se sento la squadra con me? Io la sento totalmente mia, la sento abbracciata a me e soprattutto all’Inter. Con altrettanta sincerità, comunque, vi dico che se così non fosse non verrei certo a dirlo a voi: che faccio, mi dò la zappa sui piedi?». Il gioco delle parti.
Fiducia societaria E nel gioco del «vero o falso», Ranieri argomenta anche il fatto del perché non si sente a rischio. «Semplicemente – fa – perché sento la fiducia della società, so dove ho preso la squadra all’inizio della mia avventura e dove la sto portando. Io mi sento molto tutelato, anche mediaticamente, poi sappiamo che in Italia si parla spesso di allenatori, ed è per questo che vivendo il calcio italiano l’allenatore è in grado di sopportare tutto. E comunque so che alla fine del buio c’è sempre la luce: so che prima o poi cambierà, perché non può andare sempre così male…».
Mazzata e ciclo Pensieri sospesi fra Marsiglia e Napoli. «Sono supercontento di tutti i giocatori che ho messo in campo in Francia: è stata una prova di grande personalità e il gol è stata una mazzata tremenda. Ora il Napoli ha il morale a mille ma si va al San Paolo per vincere e al 50% vinceremo, siamo arrabbiati. Spero che da Napoli a Napoli si concluda il ciclo di periodo sfortunato, quello nel quale abbiamo dato quel che dovevamo dare in termini di fortuna e sfortuna».