Un passo indietro per riprendersi la Lazio e tornare a sognare la Champions. Un’ora di confronto con Lotito e il ds Tare. Si sono spiegati e chiariti, sono usciti rafforzati e di nuovo compatti da tensioni e da una settimana che aveva rischiato di sbriciolare tutti. Reja ha dimostrato umiltà di fronte ai suoi dirigenti, s’è costituito, ha ammesso l’errore di percorso: non avrebbe dovuto “esternare” i suoi malumori relativi al mercato invernale, era l’aspetto che più di ogni altro aveva indispettito la società. Da parte sua ha chiesto, ottenuto e rivendicato la propria autonomia di scelte e di gestione dello spogliatoio, tutto dalla sua parte. Alle 20,30 è sbucato nella sala-stampa di Formello e ha svoltato, annunciando di aver ritirato le dimissioni. Resta Reja, la soluzione più logica per società,squadra, tifosi.
Cosa è successo mister Reja?
«Ho finito di parlare adesso con Lotito. C’è stato un momento negativo all’inizio della settimana, ci eravamo visti martedì, sono venute fuori divergenze di opinioni. Mi sono sentito mancare la fiducia della società, ho fatto le mie considerazioni e ho presentato le dimissioni. In ogni famiglia possono esserci delle divergenze, delle difficoltà, qualche volta capita di litigare, mi era già successo durante la carriera, anche a Napoli con De Laurentiis. Ci sono momenti di tensione, capitano a chi fa il mio lavoro e in una piazza come quella della Lazio. Abbiamo chiuso questi argomenti e adesso pensiamo di fare il meglio possibile. Il nostro obiettivo è cercare di arrivare al terzo posto. Questo è quanto ci siamo detti, cancelliamo questo periodo negativo e guardiamo avanti».
Che significa?
«Un passo indietro lo faccio io, un passo indietro lo fa il presidente. L’avventura del mister alla Lazio continua. Con Lotito ci siamo conosciuti, nelle sue parole ci credo, ha sempre dimostrato di apprezzarmi. Non sono uno che dà le dimissioni facilmente. Mi è successo due volte in carriera, a Brescia e poi a Cagliari. Qui a Roma ci avevo pensato, ma non le avevo date, perché ero stato ferito dai fischi e dalle critiche. Lotito mi ha sempre aiutato, nell’ultimo periodo qualcosa si era incrinato. Ora abbiamo chiarito la situazione e la mia avventura continua sulla panchina della Lazio. Ci tengo a questi colori e al rapporto che ho instaurato all’interno. Non mi sembrava giusto chiudere il mio ruolo in questa società, andandomene e dando le dimissioni. Le mie dimissioni erano in mano alla società, la società le ha rifiutate e io ho continuato. Ci siamo detti tutto quello che c’era da dirci e l’avventura continua. Per ora e, come ha detto il presidente Lotito anche alla squadra, per il futuro. Non era una questione contrattuale, ma di fiducia. Così chiudiamo ogni discorso».
Ha parlato di fiducia e non di contratto, perché rinnova alla fine di ogni stagione. Ma l’idea è quella di restare anche l’anno prossimo?
«Sì, l’idea è quella. Ho parlato di fiducia, non era una questione contrattuale».
Reja ha ritirato le dimissioni, ma nessuno della società è qui al suo fianco e negli ultimi giorni Lotito ha parlato con diversi allenatori. Non è strano?
«Non è una cosa che mi riguarda, ma di fronte a un tecnico che rassegna le dimissioni è ovvio guardarsi intorno. Non so se il presidente ha parlato con altri allenatori, ma se l’ha fatto non è strano. Mercoledì ho presentato le dimissioni, ma non ero nelle condizioni di andarmene. Abbiamo dei legami, dei vincoli e non posso abbandonare la squadra, non sono un ragazzino. Sono rimasto al mio posto, avevamo l’Europa League, ho fatto l’allenamento e la partita. In un clima di incertezze, la società era nel diritto di vedere altre persone. Ma ora abbiamo chiarito tutto e andiamo avanti insieme».
Perché aveva dato le dimissioni?
«Ho dato le dimissioni perché ci sono state divergenze di opinioni. Non ero concorde su certe disamine che mi erano state attribuite e pertanto avevamo discusso, ma non sto qui a elencare i problemi, anche perché non si può mettere in piazza tutto».
La squadra è pronta per la partita con la Fiorentina o questo caos rischia di aver compromesso la preparazione?
«Tutto è cominciato all’inizio della settimana, mercoledì mi ero dimesso, eppure la squadra a Madrid giovedì sera è scesa in campo con lo spirito giusto, ha dimostrato aggressività, ci credeva. Penso che con la Fiorentina sarà la stessa cosa».