GAZZETTA DELLO SPORT. PANCHINA BOLLENTE Fine di un impero Se il tecnico salta, pronti Baresi-Figo
Il presidente ha le sue colpe, ma il destino dell’allenatore è ormai appeso a un filo. La sfida di Marsiglia sarà decisiva, a meno che Moratti non decida di anticipare la svolta
Anche il Bologna sembra il Real Madrid. Aveva ragione Valentino Rossi: vesti di bianco a San Siro e vai tranquillo, l’Inter diventerà il Borgorosso Football Club. Siori e siori: il crollo dell’Impero è servito, una decadenza che dopo il Novara (di bianco vestito) porta a far sembrare Zanetti e Cambiasso due scolaretti col lecca-lecca rispetto a Perez e Mudingayi. Che lezione. Anche di Pioli a Ranieri. Ranieri che non vuole dimettersi, ma che per forza è in discussione anche se a poche ore dalla Champions: Marsiglia è il nodo cruciale, ma il ribaltone potrebbe esserci anche prima, anche improvviso, e allora sarebbe già pronta la soluzione interna con Figo o Giuseppe Baresi o entrambi. La curva fischia e urla «vergognatevi» e «José Mourinho»: l’Inter che rimontava rabbiosamente, che ti dava l’idea di poter raddrizzare l’impossibile non c’è più. Lo capisce anche Massimo Moratti che al 20′ s.t. esce infuriato e disgustato dallo stadio senza più niente da pensare, se non che bisogna rifare tutto. L’Inter del Triplete è in dissolvenza. La riconoscenza vale e sarà eterna, ma il calcio di oggi è un’altra cosa, è piedi buoni e spazi da mangiare, è forza atletica, chili di cuore e anche due idee da mettere in campo. Il Bologna le ha avute, come a suo modo il Novara. Claudio Ranieri l’Aggiustatore no, non più: fra centrocampo e attacco ha fatto il Sudoku più incomprensibile del mondo tra Faraoni, Poli, trequartisti inventati, Forlan largo e Sneijder pure, Pazzini che non riesce più a fare il suo mestiere perché non gli arriva mai una-palla-una che sia da mettere dentro. Se poi vogliamo parlare dei sostituti di Eto’o, beh, parliamone: tre gol in tre, uno a testa fra Forlan, Castaignos e Zarate. Un disastro. E qui s’introduce l’altro tema: un mercato fallimentare. Ranieri l’ha fatto capire chiaro: è stato scontento del mercato, da subito. Per gli arrivi di gennaio ovviamente, perché altri li ha trovati pur senza apprezzarli troppo. Per dire: Poli l’ha fatto vedere nelle ultime gare, Zarate l’ha confinato fra tribuna e panchina, poi gli è arrivato uno da infermeria (Guarin) e Palombo che – sostituto, si fa per dire, di Thiago Motta – non ha visto campo nemmeno un minuto fra il Novara e il Bologna. Ranieri voleva Palacio. Nada. Serve la rivoluzione, perché fra chi va cambiato e chi scapperà tutto dovrà essere messo sotto esame. E sul mercato. Perché alla fine la morale è questa: senza Champions e con l’Europa League tutto si ridimensiona, i campioni li saluti e non li abbracci. Sempre ammesso che l’Europa League possa essere un obiettivo, in questo momento di stordimento collettivo. A questo punto Moratti dovrà riunirsi coi suoi più fidati collaboratori e dettare la linea. E, soprattutto, ringraziare chi ha già dato acquistando qualcuno di forte subito e non in prospettiva. Perché è vero che sono tutti sotto esame ma adesso, forse, si sente così pure lui.