Ci vuole coraggio a dire «no grazie». La Lazio l’ha avuto. Perché c’erano 15 milioni di motivi per cedere Senad Lulic: a tanto ammontava un’offerta recapitata a Formello durante il mercato di gennaio. Top secret il nome del club, ma di certo al bosniaco si sono interessati una società italiana, il Milan, e tre squadre estere, tra cui il Bayern Monaco. Lotito ha detto no. Sarebbe stata una plusvalenza pazzesca: nel giro di sei mesi, avrebbe rivenduto Lulic per una cifra cinque volte superiore rispetto ai 2,8 milioni di euro versati in estate allo Young Boys.
Lulic è la faccia spensierata di una Lazio che balla al terzo posto. Testa e cuore, questo bosniaco di cui Reja non sa fare a meno. Le ha giocate tutte, le ultime 23 consecutive da titolare, in tutto 33 presenze su 33 partite: nessuno in Italia ha fatto meglio. Le sue capacità atletico-cardiache hanno già stupito tutti a Formello: Reja sa che per lui il turnover non esiste. Non esisterà neppure in Europa contro l’Atletico Madrid, nonostante un dolore al polpaccio sinistro. E pensare che qualche perplessità sul giocatore il tecnico ce l’aveva, la scorsa estate. Ora Lulic l’ha conquistato. Dentro e fuori dal campo.