GAZZETTA DELLO SPORT. Milan-Juve, si parte da Ibra-Del Piero Il diavolo e l’acqua santa Stessa voglia di riscatto
Zlatan deve farsi perdonare lo schiaffo, Ale ha l’occasione per stupire ancora San Siro. E quella staffetta di 7 anni fa… Lo svedese avrà addosso la rabbia di chi sa che deve stare fermo in campionato Il bianconero vuol lasciare il segno in una delle sue ultime esibizioni a Milano
Tra la A di Alessandro e la Z di Zlatan ci sono tutte le differenze del mondo e due strade opposte per arrivare al medesimo traguardo: l’immortalità calcistica. Del Piero è di statura media, riflessivo, elegante, fedele alla maglia al punto da firmare un contratto in bianco, amante degli sport americani, geloso della sua privacy. Ibrahimovic è un gigante, istintivo, indomabile, fedele a se stesso al punto da cambiare spesso squadra, appassionato di arti marziali, disposto a raccontarsi in un’autobiografia in cui nulla era lasciato all’immaginazione. Ale ha vinto tutto adattandosi alle situazioni, Zlatan ha conquistato otto scudetti consecutivi (due poi tolti a tavolino) ribellandosi alle convenzioni. È già successo che a San Siro si incrociassero i loro destini. Nel 2005 giocano entrambi con la Juve e Zlatan salta lo scontro diretto con il Milan per una squalifica di tre giornate. Una «cravatta» a Cordoba inchioda lo svedese alla tribuna e in campo, al suo posto, ci va Del Piero: rovesciata-assist per Trezeguet, partita e scudetto alla Juve. Sette anni dopo, la storia di Ibra rischia di ripetersi: solo uno sconto può restituirgli la sfida del 25 febbraio. Vero: è sontuoso il bilancio senza Ibra che nella seconda parte della stagione solitamente cala. E allora Zlatan proverà a trasformarsi in quello che non è mai stato: l’uomo di coppa. Stasera la semifinale di Coppa Italia e poi, tra una settimana, l’andata degli ottavi di Champions League contro l’Arsenal. Già, la Coppa dei Campioni: quello splendido trofeo che lo dribbla con irridente semplicità, che si lascia corteggiare e mai prendere dallo svedese. Sedici anni fa, mentre Zlatan cresceva nelle giovanili del Malmoe, Del Piero vinse la Coppa dei Campioni con una mostra itinerante dei suoi capolavori. Adesso, dopo centinaia di partite e molte vittorie, Ale si prepara a chiudere l’avventura con la Juve ma non sta vivendo questi ultimi mesi con il malinconico spirito di chi viaggia nel passato per evitare il confronto con il presente. San Siro, però, non è uno stadio come gli altri. E stasera ad Ale verrà in mente che molto probabilmente sarà l’ultima volta. Il 25 febbraio, nella sfida-scudetto, Ale potrà magari essere utile durante la gara ma molto difficilmente sarà titolare. Ecco perché sarebbe bello che stasera San Siro lo salutasse con un applauso. Come accaduto al Santiago Bernabeu e a Old Trafford.