Parma-Juve rinviata. A data da destinarsi, ma si spinge per il 15 febbraio. L’alternativa è il 7 marzo, quando non ci sono italiane impegnate in Europa. In entrambi i casi bisogna comunque fare i conti con la Champions, che «impedisce» di giocare dopo le 18.
Cronaca di un rinvio annunciato Ore 18 di ieri: l’a.d. della Juve Beppe Marotta e l’a.d. del Parma Pietro Leonardi sono già allo stadio. Il primo si mostra subito pessimista: «Qui non si può giocare. La situazione può solo peggiorare, dentro e fuori dallo stadio». Leonardi ribatte che non tocca a loro decidere, vuole aspettare le autorità competenti, e di fatto ricorda a tutti come Parma-Palermo si sia giocata in condizioni (nebbia) inaccettabili.
Furia Conte Nel frattempo, fuori si raduna un gruppo di tifosi del Parma. Sono convinti che il rinvio sia stato «imposto» dalla Juve. Partono cori piuttosto offensivi, duri. Inizialmente sembra che sia in via di organizzazione pure un blocco per non permettere al pullman bianconero di partire. Conte ascolta, mastica amaro, poi scende dal pullman e torna in zona mista. E’ furibondo: «Sul rinvio sono state dette cazzate in tv — attacca —. Si è detto che io e la Juventus non volessimo giocare, e ora fuori dallo stadio ci sono i tifosi del Parma che pretestano. Bisogna stare attenti, quando si parla. Già ieri avevo spiegato: “Mi auguro a Parma di essere messo nelle condizioni di poter offrire lo spettacolo che i tifosi meritano”. Noi vogliamo semplicemente essere messi nelle condizioni di giocare, e oggi queste condizioni non c’erano, come tutti hanno potuto vedere».
«Impianti inadeguati» Beppe Marotta è altrettanto duro: «Era previsto e prevedibile che la partita non si potesse svolgere. Al di là dell’impraticabilità del campo, c’è anche il fatto dell’ordine pubblico. Poi, non si possono nemmeno conciliare calendari del genere con strutture obsolete. Sia chiaro, con tutto il rispetto per il Parma. Il discorso è generale.