Dunque era proprio vero: i tormenti di Diego Forlan non finiscono mai. L’ultima pioggia sul bagnato è caduta ieri pomeriggio, dopo una risonanza magnetica che ha certificato uno stiramento fra il primo e secondo grado al retto femorale della gamba destra, che dunque terrà fuori l’uruguaiano almeno per un altro mese: a questo punto, se possibile, verrà moltiplicata ulteriormente la prudenza, prima di rimandarlo in campo. Il problema è che — superato il grave infortunio al bicipite femorale dell’altra gamba — Forlan aveva fatto in tempo ad andare in campo appena quattro volte (una sola da titolare), per un totale di circa un’ora di gioco: 8′ contro Genoa e Cesena, 45′ contro il Lecce e il recupero del derby.
Entusiasmo boomerang E proprio il desiderio di prendersi finalmente un posto importante in questa Inter, a cominciare da stasera contro il Genoa, ha «fregato» Forlan (e l’Inter). Perché sapere di essere arrivato come acquisto fondamentale, di aver giocato finora appena nove partite, con l’«aggravante» di non essere stato disponibile per la Champions, ha messo l’attaccante in una condizione psicologica molto particolare: ha moltiplicato la sua voglia di giocare, di rendersi disponibile in ogni modo.