MILAN – INTER. Allegri – Ranieri, chi vincerà il derby?

(Getty images)

Forte del rinnovo di contratto, un riconoscimento che riteneva di meritare da mesi, Massimiliano Allegri si prepara ad affrontare il suo quarto derby con precedenti totalmente favorevoli visto che nelle precedenti gare sono arrivate  altrettante vittorie, l’ultima delle quali ha permesso di sollevare anche l’ultimo trofeo messo in bacheca dal Milan, la Supercoppa Italiana. Non si tratta però di un appuntamento da sottovalutare visto che i nerazzurri sono reduci da un periodo favorevole in cui hanno ottenuto diverse vittorie che hanno permesso di risalire in classifica e ci sarà inoltre da superare il clima non facile vissuto in casa rossonera nelle ultime ore a causa delle vicende di mercato che hanno permesso ad Alexandre Pato di rimanere in rossonero mentre sembrava ormai sul punto di essere ceduto al Paris Saint Germain per agevolare l’arrivo di Carlos Tevez a Milano.

L’accordo che ha permesso al tecnico toscano di rimanere in rossonero per altri due anni rappresenta certamente un’ importante manifestazione di fiducia, anche se rimane da risolvere il problema del rapporto con Pato, un giocatore che ha dimostrato di essere un vero pupillo del presidente Berlusconi che conta sul suo talento anche per le prossime stagioni avendo solo ventidue anni ed è per questo che c’è curiosità di sapere se il brasiliano verrà schierato dall’inizio nel derby. Non tutti i tifosi hanno però dimostrato finora di apprezzare totalmente Allegri pur avendo ottenuto i riconoscimenti più importanti in ambito italiano, ovvero scudetto e Supercoppa Italiana: la squadra, infatti, ad eccezione di alcune occasioni  è riuscita a vincere soprattutto basandosi sulla forza dei singoli e su una squadra con una rosa migliore rispetto a quella delle avversarie, mentre il bel gioco sempre invocato dal presidente si è visto raramente.

Non mancano inoltre giocatori che hanno manifestato di non avere accolto sempre con favore il modo di gestire la rosa del tecnico rossonero: tra i casi più eclatanti possiamo citare Pippo Inzaghi, vero idolo dei tifosi milanisti, e lasciato praticamente ai margini della rosa, Taye Taywo, bollato subito come “scarso” pur non avendo mai demeritato nelle poche occasioni in cui è stato chiamato a scendere in campo, e Ronaldinho, ormai ceduto un anno fa ma vero pupillo del patron rossonero che difficilmente ha accettato del tutto questa scelta. Nonostante il rinnovo, però, presto l’ex tecnico del Cagliari sarà chiamato a una risposta positiva anche in Champions League dopo l’eliminazione agli ottavi della scorsa stagione ed è per questo che in caso di risultato negativo con l’Arsenal non è da escludere un ripensamento presidenziale.

L’avversario che domani siederà sulla panchina nerazzurra, Claudio Ranieri, è invece il quarto allenatore dell’Inter in altrettanti derby a dimostrazione di una continuità nella guida tecnica che è mancata alla squadra di Corso Vittorio Emanuele dopo la partenza di Mourinho ed è per questo che ora i tifosi si augurano di poter raccogliere finalmente qualche soddisfazione. L’allenatore romano, però, nella sua carriera può contare su un bilancio positivo nelle stracittadine disputate in cui non ha mai ottenuto sconfitte ed è per questo che spera di poter continuare questa striscia positiva anche domani che potrebbe davvero rilanciare le speranze di scudetto dell’Inter che a inizio di stagione sembravano davvero impensabili.

Per questo appuntamento Ranieri punterà così sulle colonne dei nerazzurri che difficilmente in passato hanno sbagliato nei derby come Cambiasso, Zanetti, Maicon, Thiago Motta, Stankovic, Milito, Pazzini e Zarate, anche se la presenza in campo dell’olandese dal primo minuto verrà con ogni probabilità decisa poco prima della gara visto che è ormai da tempo che il giocatore è fermo per infortunio. I nerazzurri, però, dovranno combattere anche con una statistica a loro non molto favorevole visto che non segnano una rete su azione nel derby dal 24 gennaio di due anni fa (sulla panchina del Milan c’era Leonardo) in cui andarono a segno Milito e Pandev, anche se il macedone andò a segno su punizione.

Ilaria Macchi

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