GAZZETTA DELLO SPORT.Antonio Conte. Nella sua cara Lecce e contro il suo passato

(getty images)

 

Tornare a casa è sempre un’emozione. Vecchi amici, tanti ricordi e anche l’orgoglio di sbarcare a Lecce alla guida della Juventus. Per Antonio Conte, che pure non ama certi ragionamenti, questa non è una partita come le altre. A Lecce è nato, nel Lecce è diventato giocatore debuttando nel 1985 e restandoci fino al 1991, fino allo sbarco a Torino. Contro il Lecce ha giocato e segnato da giocatore, allo stadio Via del Mare ha vinto da allenatore sulla panchina del Bari. Però tornare a casa da tecnico della Juve ha un sapore speciale anche se Antonio finge indifferenza: «Non penso a me, non penso mai ai singoli. Penso al gruppo».
Credibilità Alla vigilia della trasferta in Puglia Conte ha fotografato così il momento della Juve: «Finora abbiamo fatto qualcosa di straordinario, andare oltre questo rendimento significherebbe fare qualcosa di super straordinario». La Juve si è regalata sedici partite di imbattibilità, ma bisogna fare ancora di più per staccare il Milan. Conte però non vuole alimentare pericolose illusioni: «Abbiamo centrato il primo obiettivo, ossia ritrovare credibilità agli occhi dei tifosi e degli avversari. Il prossimo step è mantenere questa credibilità. È impensabile e impossibile vincere sempre, però è chiaro che bisogna migliorare in tutto. Gli avversari con noi stanno cambiando atteggiamento: adesso scendono in campo come se affrontassero la partita della vita. E per questo prevedo più difficoltà rispetto alla prima fase della stagione».

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