Contento, quello no. Se lo fosse, ci sarebbe quasi da preoccuparsi. Però Alessandro Matri ha già metabolizzato con discreta disinvoltura l’arrivo alla Juve di Marco Borriello ieri visite mediche e primo allenamento a Vinovo per il napoletano. Il modo migliore per affrontare le difficoltà professionali è andare avanti per la propria strada continuando a lavorare bene. Solitamente l’arroganza e la presunzione non pagano, l’impegno e l’applicazione sì. I conti si fanno alla fine, ma anche quelli intermedi per Matri sono positivi: «Ho segnato sei gol, l’anno scorso a fine andata erano otto. E poi ho dovuto fare un grande lavoro tattico, mi sono esercitato molto per migliorare nelle sponde, quindi sono soddisfatto».
Tra Juve e Italia Però adesso arriva Borriello e gli spazi rischiano di ridursi: «Ci ho pensato – ammette Matri -, aumenta la concorrenza. D’altronde si dice sempre che servono due giocatori per ogni ruolo e adesso alla Juve c’è il secondo centravanti. Io ovviamente ho voglia di giocare, poi deciderà Conte». E’ ragionevole ipotizzare che solo uno tra Matri, Borriello e Quagliarella possa essere chiamato da Prandelli e la scelta del c.t. ricadrà sull’attaccante che giocherà e segnerà di più. Tutti contro tutti, quindi, senza dimenticare però che la forte concorrenza interna porta benefici al club.
Esame per Conte E in effetti non è da escludere che dietro alla scelta di Borriello ci siano non solo la convenienza economica dell’operazione e le qualità del nuovo acquisto, ma anche la volontà di scatenare una sana competizione per spingere le tre punte italiane e lo stesso Vucinic oltre i propri limiti. Il risvolto della medaglia è che l’attaccante è un animale strano: ha bisogno di coccole, fiducia e gol. Altrimenti si intristisce e si «imbrocchisce».