Ranieri: “Ora viene il difficile, abbiamo fatto trenta,dobbiamo fare trentuno. I giovani in Italia hanno troppe difficoltà”

Ranieri: “Ora viene il difficile, abbiamo fatto trenta,dobbiamo fare trentuno. I giovani in Italia hanno troppe difficoltà”

Il tecnico neroazzurro è convinto che il peggio sia alle spalle e che con i rientri di Sneijder e Folran la squadra tornerà a volare

(getty images)

 

Claudio Ranieri sarà ospite questa sera nella trasmissione Prima Serata in onda su Inter Channel. Il sito ufficiale del club neroazzurro ha reso note le dichiarazioni in anteprime del tecnico

Su Forlan e Sneijder e sul loro inserimento

“Sono giocatori di categoria eccelsa. Noi adesso abbiamo creato un buon gruppo e il mio compito è quello di mettere questi giocatori di qualità gradatamente all’interno della squadra e speriamo, grazie al loro contributo, di poter fare ancora e altri passi in avanti”.

La squadra dopo le quattro vittorie consecutive cosa deve fare per riagganciare le altre

 “Dopo  il bello c’è il difficile, perchè adesso abbiamo creato un gruppo forte, compatto, che lotta e si arrampica sugli specchi, che non vuol cadere, anzi vuole andare sempre più in alto. Ripeto: adesso il mio compito è quello di inserire Sneijder, Forlan, campioni ‘nuovi’ tra virgolette sono nuovi e poi vedremo che cosa succederà, eventualmente, sul mercato. Abbiamo fatto trenta, ma adesso arriva il difficile, dobbiamo fare trentuno: diventare sempre più competitivi, questa è la mia prima scommessa. La seconda? È quella mia e dei miei ragazzi: vedere di nuovo lo stadio pieno di gente”.

Sui giovani e sugli acquisti estivi

 “Io l’ho detto subito: gli acquisti che sono stati fatti dalla società sono tutti validi, solo che sono giocatori nuovi per il calcio italiano, che forse non sarà il più bello del mondo, ma è il più difficile sicuramente e anche alcuni grandi campioni hanno fatto fatica ad ambientarsi. Vedi ad esempio Vieira, Henry: loro sono venuti e andati via dall’Italia in realtà senza essere esplodere. Certo è che crescere nell’Inter non è poi così semplice perché c’è sicuramente più pressione che altrove ed è un grosso palcoscenico. È diverso, ad esempio, svilupparsi in un ambiente come quello di Udine, dove ti permettono di sbagliare e la stampa è più amica”.

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