3 DOMANDE A Nuovo appuntamento con la rubrica di Romanews.eu che raccoglie gli interventi dei più prestigiosi addetti ai lavori in casa Roma sul tema della settimana. Con 3 domande a analizziamo luniverso giallorosso attraverso le parole degli esperti in materia, per un appuntamento che si ripeterà due volte nel corso della settimana (in caso di turno infrasettimanale saranno possibili degli slittamenti e/o delle aggiunte). Oggi risponde alle nostre domande Riccardo Gentile, telecronista di Sky, che ieri ha raccontato in diretta dallo stadio Friuli la cronaca di Udinese-Roma.
Secondo lei se fosse finita 0-0 si sarebbe parlato di una Roma solida e finalmente squadra?
Fuori casa la Roma, in difesa, non subisce tanto. Prima di ieri aveva subito quattro gol, quindi si può dire che sarebbe stata una sorta di conferma. Io tutto sommato credo che sia stata una partita equilibrata, con due squadre che si rispettavano a vicenda. Guidolin ha preparato bene tatticamente la partita, riuscendo a bloccare le fonti di gioco della Roma. Questo sono quelle classiche partite che vengono sbloccate da una situazione. Situazione che ha visto protagonista Di Natale.
Luis Enrique è troppo integralista? E’ vero che non ascolta nessuno?
Non credo che sia troppo integralista e i fatti lo dimostrano: è uno che cambia spesso. Non il modulo ma gli interpreti. Certo, un conto è giocare con Lamela trequartista e un altro è con Lamela attaccante, è chiaro che hai un’atteggiamento, come ad Udine, un pochino più prudente perchè non aveva punte in panchina. C’erano Totti e Borriello a casa e quindi si è tenuto Bojan in panchina. Con questo non dico che ha fatto bene, perchè è andato a toccare un punto nevralgico come il centrocampo: forse era il caso di riproporre sia Pjanic che Gago che De Rossi e far giocare Lamela trequartista, con Osvaldo e Bojan in avanti, visto che comunque c’era Caprari in panchina. Il progetto e la sua idea di calcio sono sicuramente interessanti, convincenti, spettacolari e la società ha voluto puntare su un allenatore che cerca di proporre gioco. Sicuramente per un allenatore è più semplice giocare di rimessa, avere personalità e cercare di tenere in pugno la partita io penso che sia un compito più complicato. Io credo che sia più bravo Guardiola che Mourinho per farmi capire. Cioè, nel senso che Guardiola ha il merito di “creare calcio” e di fare spettacolo, ovviamente aiutato dai suoi giocatori che sono dei campioni. L’unico limite reale della Roma è quello di non dare dei punti di riferimento alla squadra. Da che mondo è mondo le squadre hanno dei titolari che rappresentano la spina dorsale della squadra. La Roma non ce l’ha. Credo che cambiare così tanto, ogni volta, non sia costruttivo, perchè allenare una squadra di Serie A non è come allenare dei ragazzi. Io posso capire che l’allenamento deve essere la rappresentazione fedele di quello che poi si vede in partita, e credo che lavorare bene in allenamento sia un merito. Però a certi livelli non è sufficente, perchè se un giocatore ‘scarso’ si impegna alla morte tutta la settimana, non per questo deve partire titolare. Proprio perchè non ha i mezzi degli altri. Per tanti anni Totti ha avuto problemi ad allenarsi, per vari problemi. Però poi i vari Capello, Spalletti, Ranieri lo mandavano in campo. Questo è solo un esempio. Io credo che sarebbe meglio dare dei punti di riferimento agli stessi giocatori. Il fatto di ruotare così tanto gli interpreti in difesa, anche se contro l’Udinese è stato una scelta quasi obbligata, non aiuta. Ma è dall’inizio della stagione che è così: non ci sono due centrali titolari, ci sono i centrali che Luis Enrique decide per ogni partita. E questo credo che per un reparto come la difesa sia un piccolo handicap. In particolar modo per il portiere, perchè non ha nè i punti di riferimento giusti nè una giusto affiatamento con i due difensori. Questa è una cosa importante per la difesa, più che per gli altri ruoli dove puoi anche sbizzarirti un pò di più. La difesa deve avere delle colonne, è importante identificare 2-3 giocatori che facciano i centrali e questo non è successo. L’unico che Luis Enrique considerava il leader difensivo era Burdisso, lo dicono i numeri.
Quanti punti farà la Roma nelle prossime sfide con Fiorentina, Juventus, Napoli e Bologna?
E’ difficile. Dando uno sguardo a quello che ha fatto fino adesso la Roma, i giallorossi sono una squadra in un certo senso prevedibile: contro le squadre che le stavano sotto ha sempre fatto bene, contro quelle che le stavano sopra ha fatto male. Sembra una banalità ma è così. Superato un certo limite, la squadra incontra sempre delle difficoltà. Non a caso ha perso con il Milan, con l’Udinese, con la Lazio…credo che sia tutto lineare. A rigor di logica, io credo che a Firenze la Roma sia chiamata quantomeno a rispondere. Vincere a Firenze non è mai facile ma io penso che possa prendere almeno un punto. Poi c’è Roma-Juventus, che è una squadra che si trova sopra ai giallorossi. Io auguro che possa rappresentare l’eccezione però è comunque complicato perchè i bianconeri stanno bene. Diciamo un pareggio. Poi ci sono Napoli e Bologna…Mettiamola così: se la Roma dovesse uscire da queste 4 partite con 7-8 punti dovrebbe ritenersi molto soddisfatta.
Daniele Gargiulo