NAZIONALE. Prandelli: «Teme i fischi dell’Olimpico a Balotelli? Assolutamente no»

NAZIONALE. Prandelli: «Teme i fischi dell’Olimpico a Balotelli? Assolutamente no»

Il ct azzurro parla in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro l’Uruguay

(getty images)

E’ tempo di conferenza stampa, siamo alla vigilia di Italia-Uruguay. Prima viene presentata la nuova maglia Puma, poi Cesare Prandelli annuncia la formazione per la sfida di domani sera all’Olimpico contro l’Uruguay. «Giocheranno: Buffon; Maggio, Chiellini, Ranocchia, Balzaretti; Pirlo; De Rossi, Marchisio; Montolivo; Osvaldo, Balotelli».

Può spiegare la scelta di Osvaldo? «Dobbiamo capire, quando arriverà l’emergenza come muoversi, quali possono essere le coppie con determinate caratteristiche». Che opinione ha di Tabarez, il tecnico dell’Uruguay? «E’ sempre stato considerato un maestro, ha un’eleganza incredibile non solo come tecnico». Riprova con i 4 centrocampisti. Perché? «Perchè i primi 25′ in Polonia non mi sono piaciuti. Allora devo capire se è successo perché avevamo attaccanti diversi rispetto a Rossi-Cassano, due tipi più imprevedibili. Se riavremo quella stessa difficoltà, dovremo fare una riflessione e cambiare. Non i giocatori, ma il modo di giocare. E poi perchè durante la gara è più facile mettersi con i tre attaccanti».

L’esplosione di Balotelli può allontanare l’idea di chiamare, se servono, grandi giocatori come Di Natale, Totti e Del Piero? «No. Proprio perchè stiamo parlando di grandi giocatori». Platini, a Milano, le ha appena fatto i complimenti. Ha detto: “Un bravo a Prandelli perchè l’Italia sta dievntando una squadra”. «Michel è sempre molto carino nei miei confornti. Anche quando giocavo con lui, anzi non giocavo, alla fine di ogni partita mi chiedeva: “come sono andato oggi?“. 

Cosa dirà domani a Napolitano?  «Lo ascolterò, con grande umiltà». Cassano e Rossi è più o meno più ottimista sul loro ritorno prima degli Europei?  «Aspettiamo qualche tempo. Spero di recuperarli tutt’e due».

Quanto è migliorato Cavani?  «Anche lui, come Balotelli, è un attaccante moderno. Mi ricordo bene quando fece gol alla mia Fiorentina. E’ migliorato perchè è diventato un esempio importante, ha mantenuto sempre generosità, ma anche lucidità sotto rete. E’ il massimo che un allenatore possa avere». Cosa devono fare Balotelli e Osvaldo? «Quando verticalizzi e perdi palla, l’idea nostra è che dobbiamo pressare subito, anche bruciando un giocatore. Dobbiamo predominare il centrocampo avversaro. Se tu subisci, diventa difficile impostare il gioco. Se invece pressi, no. Da loro mi aspetto che facciano i gol, ma che una volta persa palla diano subito pressione».

Il cambiamento politico come lo sta vivendo la sua squadra? «I ragazzi sono consapevoli di quanto sta succedendo. Ho fatto loro i complimenti per la giornata di ieri, a Rizziconi, mi è sembrata bella, con sorrisi sinceri. Ovviamente le tasse le paghiamo tutti».

Per Balotelli è stata più difficile la partita di venerdì in Polonia o quella di domani che può essere una conferma?
«Le conferme le dobbiamo dare anche dopo 100 partite. Può essere più facile questa con l’Uruguay perchè in Polonia ha già dimostrato che può fare la differenza, ma può essere più difficile se la interpreta in modo personale».

Cosa si aspetta da Osvaldo?  «Che riesca a trovare una giusta distanza con Balotelli e i centrocampisti, che giochi in maniera semplice: quando si perde palla deve aiutare. Non chiedo gol, ma essendo un attaccante quello è il suo mestiere» Teme i fischi dell’Olimpico a Balotelli dopo lo scontro con Totti?  «No, nella maniera più assoluta».

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