JUVENTUS. «Juve estranea: andremo avanti»

Il presidente Andrea Agnelli attende la sentenza nei suoi uffici nel cuore di Torino. Li raggiunge dopo una giornata fitta di impegni: prima al Royal Park I Roveri, in qualità di amministratore delegato, dove incontra gli sponsor e annuncia la partnership con il golfista Matteo Manassero, poi nella sede di corso Galileo Ferraris, ma sempre con il pensiero rivolto a Napoli, all’epilogo di sessantadue udienze, quasi tre anni e mille tensioni. Accanto a lui, l’amministratore delegato Beppe Marotta, rientrato in mattinata da Milano, e i legali della società bianconera, Michele Briamonte e Luigi Chiappero. Attorno alle venti, silenzio: ascoltano la sentenza in diretta, ma c’è ancora l’eco delle parole del giudice Teresa Casoria quando i telefonini diventano di fuoco.

«Tale decisione – si legge nel comunicato -, assunta all’esito di un dibattimento approfondito e all’analisi di tutte le prove, stride con la realtà di una giustizia sportiva sommaria dalla quale Juventus è stata l’unica società gravemente colpita e l’unica a dover pagare con due titoli sottratti, dopo aver conseguito le vittorie sul campo, con una retrocessione e con relativi ingenti danni» . L’unica a pagare: è il nodo della vicenda, il motivo che ha suggerito l’esposto alla Figc, la lettera all’Uefa e il ricorso al Tnas.

 

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